


-
Testo unico salute e sicurezza sul lavoro: la versione aggio...
-
Sicurezza antincendio dei sistemi per le facciate degli edif...
-
Approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Aiuti Bis da...
-
Decreto Aiuti Bis: le novità per le imprese
-
DL Aiuti Bis: prorogato fino al 18 febbraio 2023 il Fondo di...
-
Lavoratori autonomi, rifinanziato con 100 milioni di euro il...
-
FER, FIPER e CMA lanciano l'allarme: "Troppe incertezze, il ...
-
Tutela dei lavoratori che operano nei cantieri, firmato acco...
-
Configurazioni per l'autoconsumo e sistemi di accumulo: ARER...
-
Opere commissariate, nel primo semestre 2022 sono stati avvi...
-
Procedura negoziale, Anac: legittimi i limiti territoriali, ...
-
Sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetic...
-
Servizi di architettura e ingegneria, Anac: gravi irregolari...
-
Osservatorio OICE/Informatel: boom della progettazione a lug...
-
Superbonus 110%, Ance: il decreto Aiuti Bis è l’ultima oppor...
-
Superbonus 110% e cambio di destinazione d'uso da categoria ...
-
Bonus Facciate, scoperta a Perugia frode ramificata sull’int...
-
Infrastrutture e mobilità sostenibili, è legge il decreto Mi...
-
Atti di aggiornamento catastale, disponibile il Vademecum Do...
-
Sistema integrato di monitoraggio del rischio delle infrastr...
-
Infrastrutture strategiche e prioritarie: il costo ammonta a...
-
Proposta di direttiva Ue sulla prestazione energetica nell’e...
-
Qualità dell’aria indoor nelle scuole, in Gazzetta le Linee ...
-
Conferenza Unificata: via libera al primo Piano Generale del...
Servizio idrico integrato: servono più investimenti per migliorare le infrastrutture
In un momento in cui il tema della siccità e della crisi idrica dominano la cronache quotidiane, non solo in Italia, c’è anche chi guarda lontano e si interroga su come cogliere le opportunità offerte al servizio idrico dall’espansione della finanza sostenibile e dalle risorse offerte dal PNRR per superare così i fattori che da anni frenano la capacità di investimento dei gestori. È questo il tema al centro dello studio condotto dagli analisti di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) dal titolo “Servizio idrico integrato: il momento giusto per gli investimenti”, che descrive il funzionamento del settore soffermandosi sugli ostacoli agli investimenti e sulle opportunità da cogliere per il suo pieno sviluppo in chiave industriale (IN ALLEGATO).
Il servizio idrico integrato (SII), cioè l’intera filiera di attività che vanno dal prelievo alla distribuzione fino alla depurazione dell’acqua, è un settore in trasformazione caratterizzato da un ingente fabbisogno di investimenti, che le prospettive di sviluppo della finanza sostenibile e le opportunità del PNRR rendono oggi una criticità superabile.
I problemi infrastrutturali
Lo stato delle infrastrutture in Italia è particolarmente critico: le perdite degli impianti di distribuzione ammontano al 42% (in Francia al 20%, in Germania all’8%). Il 36% della rete idrica ha un’età compresa tra 31 e 50 anni, il 22% ha più di 50 anni. Persistono, poi, i ritardi nell’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione che hanno portato il nostro Paese a essere soggetto a onerose procedure di infrazione europee.
Questa condizione è il risultato dei bassi livelli di investimento storici del settore che, nonostante una crescita degli ultimi anni, restano sottodimensionati rispetto ai fabbisogni: la spesa per investimenti nel settore idrico italiano è ben più bassa di quella registrata nella media dei Paesi europei (49 euro vs 90 euro per abitante nel biennio 2020-20212) e tocca livelli particolarmente contenuti per le gestioni in economia, cioè quelle direttamente in capo agli enti locali. Tra il 2016 e il 2019, infatti il valore pro capite degli investimenti realizzati dalle gestioni in economia è stato pari a circa 8 euro l’anno, con importanti differenze territoriali.
Due le principali criticità che pesano sugli investimenti nel settore: la polverizzazione dei gestori, con oltre 2.500 operatori, e un processo di riorganizzazione della governance ancora incompiuto. Solo il 17% degli operatori è classificabile come ‘industriale’, il restante 83% è composto infatti da gestioni in economia.
La crescita degli investimenti registrata negli ultimi anni, soprattutto da parte degli operatori industriali, testimonia tuttavia un settore dinamico e con importanti potenzialità.
Inoltre, il servizio idrico vive un momento storico particolarmente favorevole per realizzare gli investimenti necessari e superare definitivamente gli ostacoli che ancora ne limitano le potenzialità. Due le principali opportunità: usare efficacemente i 3,5 miliardi messi a disposizione dal PNRR e intercettare l’espansione della finanza green, facendo leva sulla natura intrinsecamente sostenibile del settore, promuovendo una trasformazione dei modelli di business degli operatori.
In allegato il documento completo.
Franco Metta

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.