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Trentino: opere libere gli impianti fotovoltaici sulle coperture e nelle pertinenze degli edifici
Da maggio installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in Trentino sarà più semplice. Grazie alla legge approvata mercoledì 27 aprile in Consiglio provinciale, gli impianti fotovoltaici sulle coperture e nelle pertinenze degli edifici diventano opere libere: basterà una comunicazione e non saranno richieste autorizzazioni in termini paesaggistici. Anche per gli altri impianti da fonti rinnovabili, ad eccezione dell’idroelettrico, sono state definite procedure uniche in capo a Comuni o Provincia, con un termine massimo di 90 giorni.
Una proposta, partita dal vicepresidente e assessore all’Urbanistica ambiente e cooperazione Mario Tonina, che dà una forte risposta in questo momento di crisi energetica ma trae il suo fondamento dagli obiettivi di decarbonizzazione che la Provincia autonoma di Trento si è data con il Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030.
Per raggiungere l’obiettivo di aumentare la produzione di energia rinnovabile del 13,4% entro il 2030 – spiega il vicepresidente Tonina – era necessario rimuovere gli ostacoli che rallentano le iniziative di installazione di nuovi impianti. In linea con le direttive europee e con il quadro regolatorio nazionale si è agito su due fronti: liberalizzare gli impianti sulle coperture e governare la localizzazione degli impianti più grandi, che invece di creare consumo di suolo potranno contribuire a riqualificare aree già compromesse dal punto di vista paesaggistico.
La legge, che si compone di 11 articoli e 4 tabelle allegate, definisce diversi regimi autorizzatori a seconda delle taglie degli impianti e riguarda tutte le fonti energetiche ad eccezione dell’idroelettrico.
Diventano liberi (basterà una comunicazione al Comune) tutti gli impianti solari termici e fotovoltaici sulle coperture degli edifici, indipendentemente dalla taglia, e quelli installati a terra nelle pertinenze fino a 50 kW di potenza. Nei centri storici si dovrà rispettare l’inclinazione del tetto e posizionarli a terra solo se non ci sono alternative e nel rispetto delle norme di sicurezza. Se per ospitare i pannelli fossero necessarie strutture portanti a copertura di costruzioni esistenti, possono essere realizzate con permesso di costruire ma non incideranno sulla SUN e non saranno soggette a contributo di costruzione.
Per gli altri impianti invece sono definite diverse tipologie di autorizzazione a seconda della taglia. Per i grandi impianti (oltre i 50 kW per il fotovoltaico posizionato a terra, 200 per la biomassa solo per fare alcuni esempi) sarà necessaria l’Autorizzazione Integrata per l’Energia (AIE) che sarà richiesta all’Agenzia Provinciale per le Risorse idriche e l’Energia, che prevede una conferenza di servizi alla quale partecipano le strutture interessate e il comune competente ed il procedimento si conclude in un termine massimo di 90 giorni. L’autorizzazione ha valore di pubblica utilità e variante urbanistica ove necessario. Per gli impianti sotto le soglie previste in legge invece è istituita la Procedura Abilitativa Semplice (PAS): si consegna il progetto in Comune e, se in 30 giorni non viene espresso parere negativo, si possono iniziare i lavori. Anche qui sarà l’amministrazione ad acquisire in una conferenza di servizi tutti i pareri necessari. Impianti più piccoli prevedono poi la semplice CILA o la comunicazione al Comune.
Infine in legge sono individuate le aree idonee all’installazione dei grandi impianti energetici: si tratta di aree industriali e commerciali, discariche e aree per impianti infrastrutturali, cave dismesse, aree da bonificare, parcheggi, aree di servizio per la mobilità e strade esistenti. In queste zone già paesaggisticamente compromesse, sarà più semplice installare questi impianti in quanto l’iter è ridotto di un terzo e non sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica.
Quello dell’energia è un tema importante e strategico - prosegue il vicepresidente - che in questo momento è ancora più sentito dai cittadini. Il lavoro svolto in commissione consiliare e in aula è stato importante e anche l’approvazione con un solo voto di astensione dimostra che si lavora per il Trentino. Questa spinta di semplificazione, assieme agli incentivi dei BIM per aiutare le famiglie, contribuisce ad attuare la transizione energetica così importante per costruire il futuro e che le nuove generazioni ci chiedono con urgenza.
Oltre a tali incentivi vanno considerate anche le detrazioni fiscali previste per questi interventi sia a favore dei privati che delle imprese: 50% per le famiglie (con possibilità di acquisto del credito da parte dei fornitori, in modo che la spesa risulti di fatto dimezzata) e 6% per le imprese; per queste ultime, grazie ai Fondi Europei di Sviluppo Regionale, la Provincia destinerà 20 milioni con bandi di prossima uscita tra maggio e giugno e percentuali di contribuzione pari al 30% della spesa ammessa.

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