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Bonus edilizi, CNA: “Troppi crediti accumulati e congelati mettono a rischio le imprese”
I bonus edilizi, a partire dal 110% ma non solo, stanno mettendo in crisi le imprese del settore. Agli allarmi già lanciati nei giorni scorsi, si aggiunge ora un sondaggio realizzato da CNA nelle province di Varese, Como, Lecco e Monza Brianza: su 50 piccole e medie imprese interpellate, le somme riguardanti crediti non ceduti e congelati nel cassetto fiscale, riguardanti tutti i bonus relativi ai lavori di ristrutturazione della la casa (dall’efficientamento energetico al bonus facciate, fino al bonus 65%), sono una cifra pari a 5.141.642 euro.
A fare la parte del leone non è il Superbonus 110%, che si assesta quota 1.148.364 euro di crediti, ma quello al 65% (relativo, per esempio, all’installazione di pannelli fotovoltaici) con 1.816.865 euro. A seguire il Bonus al 50%, con 1.245.642 euro di crediti, e il Bonus facciate con 876.194 euro di crediti maturati.
Da un sondaggio diffuso tra le nostre imprese della filiera costruzioni nelle province di Como, Lecco, Monza Brianza e Varese, emerge che il cumulo di crediti fiscali, maturati e non ceduti ad oggi, per 50 aziende medio piccole sono superiori ai 5 milioni di euro – spiega Luca Mambretti, presidente di CNA Varese – Se pensiamo che il campione territoriale è limitato e ipotizziamo di estendere questi numeri a tutta Italia, vediamo che il risultato è astronomico. Chiediamo, quindi di sbloccare la situazione, pena una moria diffusa di piccole realtà che con il volano dei Bonus hanno operato gli sconti in fattura e maturato crediti che oggi rimangono sul “groppone” – come si usa dire – delle stesse imprese, non cedibili e congelati nel cassetto fiscale.
È interessante notare il fatto che il Superbonus 110% costituisca una percentuale minore di questi crediti: più spesso, infatti, le PMI associate a CNA del settore edilizia e impiantistica hanno proposto ai propri clienti i “bonus minori” — che però hanno determinato una situazione oggi al collasso per la modifica in corso d’opera delle “regole del gioco”. I danni peggiori sono quelli provenienti dagli sconti in fattura relativi ai bonus decennali che hanno prodotto crediti a tutt’oggi incagliati nei cassetti fiscali delle imprese. Nel campione sollecitato nel sondaggio una larga fetta di imprenditori appartiene al settore dell’impiantistica e installazione, da cui si capisce il numero significativo di applicazione del Bonus 65%.
Le dimensioni d’impresa dei soggetti coinvolti sono quelle delle piccole e medie imprese, tuttavia dai dati si evince che i crediti generati sono i più disparati da poco meno di 5 mila euro fino a quasi un milione e mezzo.
La richiesta di CNA è di sbloccare i crediti congelati nel cassetto fiscale delle aziende attraverso un emendamento al Decreto Aiuti: “Abbiamo illustrato la situazione al responsabile nazionale Capozi che è coinvolto direttamente nella presentazione dell’emendamento attualmente al vaglio del Parlamento, supportando le motivazioni inserite nel documento ufficiale con dati numerici significativi – conclude Mambretti – In sostanza nella modifica proposta si chiede lo sblocco dei crediti, anche e soprattutto quelli incagliati tra il 17 febbraio e il 30 aprile 2022 che sono rimasti immobilizzati dalla data del 1° maggio, inserita nell’ultimo Decreto come spartiacque per la ripresa della cessione multipla dei crediti”.

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