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Caro materiali e nuovo Codice Appalti, Assistal: allargare il paniere alle imprese impiantistiche
“Continuiamo a non comprendere le scelte del Governo in merito al caro materiali, malgrado la voce unanime della filiera delle costruzioni che invoca provvedimenti semplici e di immediato ristoro per le imprese che registrano, giorno dopo giorno, una crisi sempre più profonda”, ha dichiarato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL.
“Con l’art.25 del Decreto Legge 1 marzo 2022, n.17, è stata estesa anche al primo semestre 2022 la procedura straordinaria della compensazione richiamata nell’art.1-septies del Decreto Sostegni-bis. Rispetto ai decreti precedenti, notiamo dei timidi passi in avanti come l’aumento dei fondi e l’introduzione di una nuova metodologia per la rilevazione, anche se, riteniamo, permangono una serie di criticità, a partire dalla permanenza dell’alea all’8% che diminuisce l’entità del ristoro. Nessuna misura è stata invece prevista per rivedere le misure parziali e inadeguate adottate per il 2021. Per quanto riguarda il paniere, ci auguriamo che l’Istat dimostri una congrua sensibilità rispetto al Ministero e, soprattutto, che le sue elaborazioni siano in grado di fotografare gli aumenti reali e di includere tutte quelle voci che finora non sono state prese in considerazione”.
“Con molto rammarico ci domandiamo quale sia la motivazione per cui nel paniere finora adottato siano presenti quasi esclusivamente materiali relativi al comparto dell’edilizia, escludendo decine di materiali e beni utilizzati dagli operatori della filiera delle costruzioni, con particolare riferimento alle opere impiantistiche. E’ necessario che nel prossimo decreto vi sia un allargamento delle voci per rispondere agli sforzi delle nostre imprese che finora, a differenza di quelle di altri comparti, non hanno ricevuto il sostegno adeguato nonostante il loro ruolo fondamentale nella manutenzione degli impianti tecnologici delle principali strutture pubbliche e private”.
“Una considerazione particolare merita poi la paventata volontà del Governo di affidare al Consiglio di Stato la riscrittura del nuovo codice dei contratti pubblici. A parte i numerosi dubbi circa la competenza, in termini di ruolo istituzionale, in capo al CdS, certamente non può essere questa la soluzione per recuperare il tempo perduto e trovare scorciatoie per non ascoltare la voce delle parti istituzionali. Il Governo deve fare la sua parte” - conclude Carlini - “ e noi siamo pronti a dare come sempre il nostro contributo”.

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