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PNRR e attuazione del decreto BIM: la risposta del ministro Giovannini a una interrogazione
Elementi e iniziative di competenza in ordine all'attuazione del cosiddetto decreto BIM, volto a favorire l'efficiente gestione e controllo da parte delle pubbliche amministrazioni dei progetti edilizi e infrastrutturali finanziati con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Questo l'oggetto dell'interrogazione a risposta orale n. 3-02933, illustrata dalla deputata Daniela Ruffino (Misto-A-+E-RI) alla Camera il 4 maggio scorso. Ha risposto il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
L'INTERROGAZIONE. “Signor Ministro, il settore degli appalti pubblici è essenziale per la messa a terra degli interventi finanziati con il PNRR. La digitalizzazione del comparto è imprescindibile proprio per ripianare lo storico gap che, purtroppo, grava sugli enti locali. Troppe amministrazioni sono sprovviste di competenze per gestire questi nuovi strumenti digitali. Per questo, chiediamo di sapere a che punto sia l'attuazione del “decreto BIM” e quali iniziative si intendano adottare per assicurare a tutte le amministrazioni adeguata formazione per riuscire veramente a gestire al meglio questa importante opportunità, che è essenziale per migliorare la realizzazione e il controllo dei progetti finanziati con le risorse del PNRR”.
LA RISPOSTA DEL MINISTRO GIOVANNINI. “L'articolo 23, comma 13, del codice dei contratti", ha ricordato Giovannini, "prevede che le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere, nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l'uso di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture, rimettendo a un apposito decreto ministeriale la disciplina delle modalità e dei tempi di progressiva introduzione dell'obbligatorietà dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni.
In attuazione di detta disposizione, il 1° dicembre 2017 è stato adottato il decreto ministeriale n. 560, il cosiddetto decreto BIM, successivamente integrato dal decreto ministeriale 2 agosto 2021, n. 312.
Una recente analisi condotta dagli operatori del settore dei servizi di ingegneria ha evidenziato i seguenti trend: nel 2018, i bandi che hanno utilizzato il BIM sono stati 302, nel 2019, 478 (quindi, con un incremento del 58,3 per cento), nel 2020, 560 (incremento del 17,2 per cento rispetto all'anno precedente), cui si sono aggiunte 56 procedure di appalto integrato e 3 procedure di project financing. Nel 2021, si era registrata una leggera flessione, con 534 “bandi BIM”, cui si aggiungono 46 appalti integrati e 3 procedure di project financing.
La maggior parte dei “bandi BIM” per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2021 si colloca nel mercato delle gare sopra la soglia comunitaria, in coerenza con le previsioni del decreto attuativo, che prevede l'applicazione del BIM per gli appalti sotto soglia soltanto a partire dall'anno 2023.
Nel 2021, segnalo che la maggior parte dei bandi sono stati pubblicati da stazioni appaltanti ubicate nelle regioni del Mezzogiorno, con una netta prevalenza dei bandi dei comuni rispetto ad altre amministrazioni aggiudicatrici.
In questo contesto, si inseriscono le previsioni del PNRR relative alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle procedure di public procurement, all'attuazione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, nonché di una strategia professionalizzante del personale delle stazioni appaltanti, che prevede una formazione specialistica relativa all'utilizzo del BIM. Si tratta di previsioni che sono già in fase attuativa, in considerazione dei target previsti dal PNRR e che, per quanto concerne il settore degli appalti pubblici, riceveranno un ulteriore impulso per effetto dell'esercizio della delega in materia di contratti pubblici attualmente all'esame di questa Camera, progetto che reca uno specifico criterio di delega sul punto”.
LA REPLICA DELLA DEPUTATA RUFFINO. “Signor Ministro, sono numeri importanti quelli che lei ha citato - dai 302 del 2018 ai 534 “bandi BIM” del 2021 - e rincuora, rassicura anche il fatto che sia proprio il Sud a lavorare in modo così importante.
Devo, però, fare alcune considerazioni. Sicuramente, sono soddisfatta per quanto ha detto, ma, certamente, sono preoccupata da un altro aspetto, che è questo: sono i 5.498 comuni con dimensioni al di sotto dei 5 mila abitanti che ad oggi sono poco attrezzati per l'utilizzo del BIM.
È fondamentale immaginare quanto siano importanti i tempi per gli enti locali che, purtroppo, sono spesso sotto organico e anche con personale poco qualificato. Questo è il frutto di anni di blocco di assunzioni. Abbiamo, dall'altro lato, anche le unioni di comuni che stentano ad andare nella giusta direzione in questo senso. Però, se pensiamo, signor Ministro, alle grandi sfide per i nostri comuni, che sono quelle di mettere in rete le idee - cosa non semplice -, fare squadra tra sindaci, creare le condizioni per progetti in grado di riequilibrare il Nord e il Sud, piuttosto che le grandi dimensioni e le piccoli dimensioni territoriali, ci rendiamo conto che deve essere fatto uno sforzo ulteriore, che è quello della formazione dei dipendenti, piuttosto che nuove assunzioni che ci possano permettere di giocare questa grande partita. Avere dei progetti che possano migliorare la qualità della vita dei territori e degli italiani è il grande obiettivo del PNRR. Bisogna riuscire a fare uno sforzo perché ci sarà una costruzione materiale, di nuovi edifici e di servizi, ed immateriale. Ci sono territori che aspettano da tempo queste risorse, quindi la richiesta da parte del Ministero è davvero di intervenire nei confronti del personale dei nostri comuni, non soltanto per rispettare i tempi, ma anche per spendere bene queste risorse”.

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