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Costruzioni Usa, gli strani effetti della crisi sull'occupazione
Che il settore delle costruzioni sia stato uno dei più colpiti dalla crisi economico-finanziaria è cosa nota. Ma il problema più grave, almeno in territorio USA, è che si riscontra una grande difficoltà di ripresa. E non tanto in termini di lavori e relativa domanda di mercato, quanto piuttosto di carenza di manodopera.
La bolla immobiliare, scoppiata prima della debacle finanziaria del 2008, ha provocato una vera e propria 'strage' dei lavoratori dell'edilizia, un numero consistente dei quali si è trovato da un momento all'altro disoccupato. E questo 'trauma' ha, anche a distanza di anni, paralizzato il settore. Per dirla con parole semplici, nessuno vuole più lavorare nel campo delle costruzioni.
L'allarme è stato lanciato dalla Federal Reserve che, in uno studio pubblicato a firma di Andrew Paciorek, ha cercato di analizzare il fenomeno, definito assolutamente anomalo.
Dal 2006 al 2010 persi il 25% dei posti di lavoro
Ripercorrendo le tappe, il report rivela che l'occupazione nel settore edile ha subito un crollo del 25% tra il 2006 e il 2010, perdendo un numero considerevole di manodopera: si è passati dagli 11,5 mln di operai ai 9mln. Ovvero, la metà dei posti di lavoro persi complessivamente, in qualsiasi settore economico.
Per le costruzioni, nessuna ripresa
Se, però, nel corso di questi anni gli altri settori hanno assistito ad una ripresa in termini occupazionali, il segmento dell'edilizia continua a soffrire questa perdita.
E il fenomeno è strano, commenta Paciorek, se si considera che, rispetto ad altri lavori di manodopera, quello dell'operaio di cantiere è fra i meglio pagati e anche quello di più facile accesso perché non è necessario possedere il diploma.
Continuando l'analisi dei dati, ciò che emerge è contraddittorio: da un lato i tassi di disoccupazione nel comparto edile sono diminuiti, dall'altro il settore continua a soffrire di una diminuzione di manodopera.
Lo scensario è chiaro: i lavoratori non vogliono più lavorare nel settore edile
E questo, secondo la Federal Reserve, vuol dire due cose. La prima, che gran parte dei lavoratori hanno scelto, negli ultimi anni, di cambiare settore e, a quanto pare, non hanno una gran voglia di tornare tra le fila dell'edilizia. La seconda, forse ben più grave, che i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro non vedono più, a differenza di ciò che avveniva fino a qualche anno fa, nelle costruzioni un futuro. E quindi tendono a non sceglierlo.
Un settore 'vecchio'
Una conferma di questo trend arriva infatti anche dai dati sull'età media dei lavoratori, che mostrano un forte calo, dal 2006, della percentuale degli operai giovani (16-29 anni) e un numero crescente di lavoratori con più di 50 anni. Un risultato che, in un settore come quello dell'edilizia dove l'età media è sempre stata piuttosto bassa, desta non poche preoccupazioni, sopratutto nell'ottica di un futuro non troppo lontano.

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