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In vista della redazione dei decreti attuativi del Dlgs 3 marzo 2011 n.28 (decreto elettrico) e Dlgs 31 marzo 2011 n. 55 (decreto sostenibilità bioliquidi), alcune imprese operanti a vario titolo nel settore delle biomasse solide liquide e gassose, hanno redatto alcune proposte di emendamento. Le aziende firmatarie del cosidetto manifesto delle Bioenergie, chiedono ai Ministeri coinvolti, un'attenta riflessione sulle misure specifiche in fase di introduzione affinché non venga, come si legge nel documento diffuso, danneggiato un settore che negli ultimi anni è cresciuto in maniera equilibrata.
In attuazione decreto legislativo 55/2011
SOSTENIBILITA' BIOLIQUIDI
Dal momento in cui il ritardo di emanazione delle norma di accertamento della sostenibilità impedisce di fatto l'applicazione delle misure di certificazione per l'anno 2012, le imprese chiedono che venga consentito agli enti di certificazione e agli operatori di mercato (produttori di oli, trasformatori, trader e utilizzatori) per tutto l'anno 2012 una fase transitoria, eventualmente di test del sistema, introducendo l'obbligatorietà della misura a decorrere dall'anno 2013. Viene richiesto, inoltre, che la prova di sostenibilità dei bioliquidi venga svolta a posteriori, consentendo cioè ai produttori di energia di ricevere i certificati verdi secondo la consolidata prassi di attribuzione a fine mese da parte del GSE, rimandando la verifica della sostenibilità all'anno successivo, senza verifiche intermedie tri-/semestrali. In ultima istanza, si propone, nelle more della Direttiva 2009/28/CE, l'istituzione da parte del Governo Italiano di un sistema intergovernativo di accertamento della sostenibilità delle biomasse con i principali Paesi con cui l'Italia intrattiene rapporti commerciali, con la finalità di ridurre la burocrazia a carico degli operatori di settore.
In attuazione decreto legislativo 28/2011
STRUTTURE DI SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE
Partendo dal presupposto che gli impianti alimentati da biomasse (solide, liquide e gassose) devono confrontarsi con una struttura di costi completamente differente da quella degli altri impianti rinnovabili, le aziende firmatarie chiedono che si tenga conto della voce di costo dei combustibili - sia per gli impianti nuovi che per quelli esistenti - mediando il periodo di durata di incentivazione con il valore specifico dell'incentivo, anche variabile in funzione delle oscillazioni dei prezzi.
Sottolineando la disponibilità a discutere un eventuale accorciamento del periodo di incentivazione, le aziende chiedono si tenga conto delle esigenze di acquisto della materia prima, consentendo l'accesso ai Certificati Verdi / Tariffa con tempistiche opportune. Si chiede, inoltre, che l'integrazione di una premialità per il recupero termico sia applicata in maniera progressiva, a partire da una soglia minima, al fine di promuovere qualunque forma di recupero termico, anche marginale.
ASTE
La aziende firmatarie chiedono che venga consentito l'accesso alle aste anche alle piccole-medie imprese. La soglia di accesso alle aste attualmente prevista (differente per le biomasse solide dalle altre biomasse), si legge nel documento, è in aperto contrasto con la possibilità, prevista dalle Legge n.9/2009, di creare unità produzione-consumo in rete (i cosiddetti SEU o sistemi efficienti di utenza) quali primo esempio di smart-grid. I SEU sono consentiti per impianti da fonti rinnovabili o cogenerativi fino a 20 MW di potenza elettrica installata, la proposta è quella di una soglia d'asta a partire almeno da 25 MW, o di un sistema che favorisca - anche intervenendo sui cluster di potenza - un'incentivazione progressiva.
DISPOSIZIONI TECNICHE
L'applicazione forfetaria degli autoconsumi di centrale, riferiscono le aziende, può ingenerere confusione e rischia di entrare in conflitto con le norme di fiscalità dell'energia. La richieste è quella di mantenere la prevalenza della misura fiscale, oltre all'obbligo (per chi non ne sia dotato) di equipaggiarsi con misuratori fiscali degli organi ausiliari di centrale in un congruo periodo di tempo.
Anche sui rifacimenti di impianto, si chiede che la premialità sia calcolata tenendo opportunamente conto dei costi variabili (indipendenti dall'età dell'impianto) e dell'incidenza degli investimenti per la ristrutturazione di impianto sul complesso del valore dell'investimento. E che vengano considerate tutte le tecnologie esistenti sugli interventi di rifacimento, integrale ricostruzione e potenziamento, senza discriminazione verso alcune tecnologie non considerate.

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