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Disposizione | Contenuti | Note |
Regolamenti edilizi e di igiene esistenti | Requisito relativo al soddisfacimento di un rapporto aeroilluminante. (generalmente 1/8 della superficie calpestabile). | Fino a qualche anno fa si poteva fare affidamento sui cosiddetti “spifferi”, ossia sulle infiltrazioni. Oggi i serramenti sono a tenuta elevata e praticamente le infiltrazioni sono inesistenti. |
DM 5/7/1975 | Art. 6 “Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E’ comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano.” |
Interpretazione: gli spifferi costituivano una sorta di “ventilazione naturale”. Venendo essi a mancare, il DM del 1975 di fatto impone l’utilizzo della VMC. Non si può infatti fare affidamento sul comportamento “arbitrario” dell’utente. Questo concetto è stato ripreso dalla UNI EN 15251. |
DPR 412/93 | L’articolo 8, comma 8, relativo al calcolo del FEN imponeva il riferimento ad una valore convenzionale minimo per il ricambio dell’aria pari a 0,5 vol/h. | ABROGATO per l’avvento del D. Lgsl 311/2006. Dati scientifici dimostrano che perambienti occupati 0,5 vol/h è l’idoneo tasso di ventilazione degli ambienti. Valori inferiori non assicurano una idonea qualità dell’aria interna in ambito residenziale. La UNI EN 15251 suggerisce addirittura portate superiori (si veda dopo) |
UNI 10339 | Nel Prospetto relativo alle portate di ventilazione da assicurare agli ambienti interni (principalmente del terziario) vi è una voce che riguarda anche il residenziale. Il valore suggerito per le residenze è di 39,6 m3/h.Occorre poi valutare gli indici di affollamento proposti in appendice. |
Sostanzialmente la norma è in linea con quanto era richiesto dal DPR 412/93. AiCARR sta revisionando la norma che entro la fine del 2009 sarà aggiornata per adattarsi alla normativa europea. |
UNI 10344 | Era la norma di appoggio per il calcolo dei fabbisogni richiesto dalla L. 10/91. Specificava che il minimo tasso di ventilazione per le residenze era 0,5 vol/h. In appendice C, un metodo per valutare le infiltrazioni attraverso i serramenti. | RITIRATA Tuttavia il metodo di calcolo delle infiltrazioni attraverso i serramenti può essere un utile riferimento bibliografico. |
UNI EN 832 | Norma che permette di valutare i fabbisogni energetici dell’edificio. Valida per edilizia residenziale. | RITIRATA NB: alcuni softwares ancora ne fanno riferimento. |
Direttiva 2002/91/CE (EPBD) |
Legge comunitaria. All’articolo 2 specifica che la ventilazione (e non l’aerazione!) è un requisito necessario (lo chiama bisogno) per l’utilizzo degli edifici. All’articolo 4 specifica che devono essere evitati effetti indesiderati dovuti ad una ventilazione insufficiente. |
Per l’utilizzo di questa direttiva, il parlamento europeo ha dato incarico al CEN di elaborare norme tecniche di supporto (indicate con * in questo documento) |
D. Lgsl 311/2006 |
Le indicazioni sulle portate di ventilazione da adottare si evincono dagli allegati E ed I. In particolare nell’allegato E “relazione tecnica” il progettista deve dichiarare tutti i valori delle portate di ventilazione nei vari ambienti, specificando se è presente o meno un sistema di VMC. Deve inoltre allegare le tabelle indicanti i requisiti dei sistemi finestrati e loro permeabilità all’aria. Nell’allegato I è specificato che se non esiste un sistema di controllo dell’UR interna, per i calcoli della formazione di condensazione interstiziale e superficiale devono essere utilizzati i seguenti valori: UR 65% e T 20°C. La condensazione superficiale deve sempre essere assente. Nell’allegato M sono indicate tutte le norme tecniche da seguire per la parte di calcolo. |
Anche se non sono indicati valori precisi per la ventilazione residenziale, essi si evincono dalle norme vigenti, anche facendo il calcolo relativo alla formazione di condensazione interstiziale. In pratica il miglior ricambio di aria si ha con valori pari a 0,5 vol/h se l’impianto è a portata fissa con recupero di calore, o con valori medi attorno a 0,3 vol/h se l’impianto ha una portata variabile sulla base del tasso di UR interno. |
UNI EN ISO 13790 (*) |
Norma “base” per il calcolo dei fabbisogni degli edifici. E’ esposto il metodo di calcolo per valutare le dispersioni per ventilazione. Diversamente alla scorsa edizione, non propone valori di ventilazione convenzionali, ma rimanda a norme specifiche sulla qualità dell’aria interna per queste valutazioni. (vedi UNI EN 15251) |
La vecchia versione della norma proponeva un valore convenzionale di riferimento pari a 0,3 vol/h. La nuova versione ha corretto questo valore, rimandando a più opportune valutazioni sulla ventilazione, desumibili dalla UNI EN 15251. |
UNI EN ISO 13788 (*) |
Norma per le verifiche termoigrometriche (calcolo per stimare il rischio di condensazione superficiale/interstiziale). Contiene un paragrafo riguardante le strategie per evitare la formazione di muffe |
In pratica la ventilazione è indicata come una strategia per l’eliminazione dei problemi di muffa. In una delle metodologie di calcolo si può valutare il rischio, se sono note la portata di ventilazione e la produzione di vapore all’interno. |
UNI EN 12792 |
Norma che fornisce termini e definizioni. Su di essa si basano tutte le norme che riguardano la “ventilation for buildings”. Chiarisce la differenza tra aerazione e ventilazione. L’aerazione è intesa come l’apertura delle finestre. | Si noti che la direttiva EPBD va nella direzione della ventilazione e non dell’aerazione. L’aerazione è discontinua; la ventilazione (naturale o meccanica) deve essere continuativa. |
UNI EN 15241 |
Norma per la valutazione dei consumi energetici dovuti ai processi di ventilazione. |
Tale norma sarà di precipuo uso da parte dei softwaristi. Tuttavia è importante il riferimento all’appendice A che permette una valutazione dell’efficienza di impianti geotermici. |
UNI EN 15242 |
Norma per la valutazione delle portate d’aria negli edifici. Anche questa norma sarà di precipuo utilizzo da parte di softwaristi per l’implementazione dei codici di calcolo. | Contiene un metodo di calcolo per valutare i ricambi d’aria dovuti all’apertura delle finestre. Utilizzando quel metodo si evince che l’aerazione comporta degli sprechi energetici. |
UNI EN 15251 |
Norma che riguarda aspetti energetici connessi alla qualità degli ambienti interni. Parla anche di ventilazione e propone valori di ricambi d’aria per ambienti residenziali e del terziario. Il punto di vista della norma è quello che non si deve speculare sulla qualità dell’aria interna per risparmiare energia. |
Questa norma propone quindi valori di ventilazione addirittura superiori a 0,5vol/h nei momenti dioccupazione degli ambienti. (0,7 vol/h per la categoria I 0,6 vol/h per la categoria II 0,5 vol/h per la categoria III) La categoria II è quella cui riferirsi per standard normali di progettazione. |
UNI TS 11300-1 |
Norma di obbligatorio utilizzo per il calcolo dei fabbisogni degli edifici. Presenta un metodo di calcolo per valutare le dispersioni dovute alla ventilazione. In riferimento al calcolo “standard” propone un tasso convenzionale di rinnovo dell’aria pari a 0,3 vol/h in assenza di VMC. In riferimento al calcolo adattato all’utenza (e quindi più realistico) è precisato che in assenza di VMC il tasso di rinnovo dell’aria può variare notevolmente rispetto al calcolo standard, quest’ultimo non utile per valutazioni relative alla qualità dell’aria interna (in pratica 0,3 vol/h non tutela dal problema delle muffe) |
Questa norma costituisce un adattamento alla realtà italiana della norma europea UNI EN ISO 13790. E’ il documento cui fare riferimento per la certificazione energetica degli edifici. |
UNI 7129-2 | Norma riguardante la ventilazione dei locali in cui sono presenti apparecchi a gas per uso domestico. E’ contenuta una trattazione riguardo i sistemi di VMC. E’ specificato che la VMC permette di evitare la presa d’aria esterna in cucina e che inoltre ad uno stesso condotto di evacuazione possono essere collegate più cappe. |
La nuova versione della UNI CIG 7129 contiene quindi un riferimento alla tecnologia della VMC. In questa maniera la norma si è omologata agli standard europei nei quali la VMC è una garanzia di sicurezza e qualità dell’ambiente interno. |

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