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Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi lo schema del secondo decreto legislativo su Roma Capitale, in attuazione della delega sul federalismo (art. 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42).
Il provvedimento, che passa ora all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e delle Conferenze Stato-Regioni e Stato-Città, stabilisce quali poteri vengono trasferiti dallo Stato a Roma Capitale e quali saranno ceduti dalla Regione Lazio attraverso una legge regionale o in alternativa gestiti in collaborazione tra le due istituzioni.
In uno studio preliminare della commissione Federalismo fiscale Roma Capitale, sono state individuate 163 funzioni amministrative potenzialmente trasferibili a Roma Capitale. Tra queste, la possibilità di acquisire “funzioni e compiti amministrativi relativi all'adozione diretta delle varianti dei progetti di opera pubblica previsti nel piano urbanistico generale senza necessità di comunicazione ex art. 50 bis”. In pratica, il Campidoglio avrebbe i poteri per rendere più veloci le opere pubbliche e potrebbe decidere sull'edilizia residenziale pubblica in piena autonomia.
La Regione Lazio è invece intenzionata a non cedere al Campidoglio poteri in materia di edilizia privata, conservando il potere di controllo sul piano regolatore generale della Capitale e sulle eventuali varianti.
Fra una settimana è previsto il primo confronto tra Comune, Provincia e Regione con la costituzione di un comitato tecnico-politico che fornirà pareri alle commissioni parlamentari, alla Conferenza Stato-Regioni e alla bicameralina sul Federalismo.

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