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Costruire il meno possibile, per impattare meno sull'ambiente, questo il motto e la filosofia cui l'architetto Glen Irani crea i suoi progetti. "Cerco di rendere tutto il più leggero possibile", spiega Irani, che della sostenibilità architettonica ha fatto la matrice dei suoi lavori, senza smentirsi con il progetto della Hover House, la casa sospesa progettata e completata nel 2009 a Venice, in California.
Sfruttare la vita en plein air.
Commissionata da una coppia sposata con due figli giovani, la casa Hover – letteralmente “che si libra” - è una villetta bifamiliare sviluppata su tre piani e poggiante su grossi pilastri in cemento che la sospendono da terra, permettendo di duplicare l'area del giardino.
E' infatti attorno agli spazi esterni che ruota il progetto: Irani spiega che con la Hover House ha voluto riproporre una rivisitazione del XXI° secolo di quello che è sempre stato lo stile di vita californiano, imperniato sulla vita outdoor, fuori dalle pareti domestiche. Ragione per cui l'architetto ha attrezzato la superficie di giardino coperta con angolo cottura, tavola, sedie e poltrone, ricreando un soggiorno-cucina en plein air, vivibilissimo anche durante le giornate estive più calde o i giorni di pioggia, perché protetto dalla copertura del primo solaio.
"Gli spazi esterni consumano meno risorse rispetto a quelli interni", ha spiegato Irani. Inoltre, essendo situata a fianco di uno dei pittoreschi canali della Venezia californiana, il fatto che sia sollevata da terra la protegge anche da eventuali inondazioni - oltre a offrire una vista aperta nei due piani più alti.
Sfruttare l'energia del vento e del sole.
Irani, che abita su di un canale vicino, spiega di aver sviluppato una profonda conoscenza del clima locale e studiato il modo per far sì che gli edifici possano trarre tutti i benefici dell'esposizione sulla costa di Venice. Così, nel progettare la casa Hover, Irani ha studiato un sistema di scale con aperture a finestra che creano quella che l'architetto definisce “una torre del vento”: spirando attraverso le finestre, la brezza circola negli spazi della casa, garantendo una ventilazione 100% naturale. Per sfruttare l'energia solare Irani ha predisposto sul tetto una serie di celle fotovoltaiche in grado di generare l'80 per cento del fabbisogno energetico dell'edificio.
Materiali locali, pannelli FV sul tetto e vetrate apribili.
Per creare un senso di continuità tra interni ed esterno e lasciare filtrare la luce naturale, Irani ha privilegiato sistemi di vetrate fissate su supporti in acciaio e apribili, in alcuni punti strategici, grazie a un sistema a scorrere.
Per quanto riguarda l'aspetto dei materiali, Irani ha selezionato in base alla provenienza, che doveva essere locale, e l'assenza di VOC. Fatta eccezione per la vernice sui muri, tutte le finiture interne della villa sono state progettate per essere durevoli ed eliminare la necessità di sostituzioni future.
Un'altra scelta effettuata nell'ottica della sostenibilità ambientale riguarda la quella del materiale utilizzato per il grande bancone cucina. Invece del granito, le distanze di trasporto sono molto lunghe, Irani si è convinto per il noce, che è stato protetto da uno strato di olio naturale petrol free. Anche per lo strato protettivo passato sul tetto, l'architetto ha chiesto di evitare prodotti contenti catrame. Infine, per riscaldare la casa durante i brevi mesi invernali, è stato installato sotto il cemento levigato dei pavimenti un apposito sistema di riscaldamento radiante idronico.
La speranza del progettista è che la sua Hover Case, con il suo dehors attrezzato e reso vivibile e funzionale, possa diventare un modello abitativo diffuso nella California meridionale, “dove sicuramente il clima temperato permette alle persone di trascorrere moltissimo del proprio tempo all'aperto.”

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