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Si chiama “effetto boomerang”: il risparmio energetico ottenibile attraverso automobili, lampadine, sistemi di riscaldamento degli edifici più efficienti spinge i consumatori a utilizzare di più l'auto, a tenere più a lungo accese le luci e a riscaldare di più l'abitazione.
Il risultato è che i benefici ambientali ottenibili dalle tecnologie ecologiche vengono in buona parte ridotti (e in alcuni casi addirittura annullati) per via del cattivo uso delle stesse. Su questo “effetto rimbalzo” il centro di ricerche Breaktrough Institute ha pubblicato uno studio (frutto dei risultati di diverse ricerche precedenti sul tema), dal quale emerge che i maggiori consumi indotti da questo meccanismo riducono fino al 30% i benefici per l'ambiente che le tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico sono in grado di produrre. Nel 2030, con una più larga diffusione di queste tecnologie, i risparmi persi potrebbero arrivare fino al 50%.
Inoltre, evidenzia lo studio, i prodotti a risparmio energetico comportano nella loro fabbricazione notevoli emissioni di CO2. A ciò si aggiunge il fatto che il loro utilizzo consente, ad esempio nel settore industriale, dei risparmi economici che vengono reinvestiti in altre attività che comportano emissioni di anidride carbonica. Occorre quindi, sottolinea il Rapporto, sviluppare dei metodi per minimizzare questo “effetto boomerang”, in modo che al risparmio energetico corrispondano veramente i benefici ambientali attesi.

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