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Insieme all’aggiornamento del Protocollo di sicurezza per il contrasto al Covid sui luoghi di lavoro, ieri sindacati e rappresentanti datoriali, alla presenza dei ministri Orlando e Speranza, hanno firmato il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19 nei luoghi di lavoro” (IN ALLEGATO).
C’erano già state sperimentazioni in tal senso a livello regionale (il primo protocollo del genere è stato firmato un mese fa dalla Regione Lombardia), ma ora il protocollo stabilisce indicazioni univoche a livello nazionale per organizzare le vaccinazioni del personale dipendente direttamente nei luoghi di lavoro, e quindi imprimere un’accelerazione alla campagna vaccinale.
Che cosa prevede il protocollo
Le vaccinazioni in azienda rappresenteranno un canale “parallelo” e non alternativo alla rete di vaccinazione ordinaria – anche se la partenza prevista, a maggio, garantisce che sia già stata superata la fase delle fasce di età (per allora dovrebbe essere entrata a pieno regime la campagna di vaccinazione di massa). Sia le aziende sia i lavoratori potranno aderire volontariamente. Non ci sono vincoli né per quanto riguarda il numero di dipendenti né per le tipologie contrattuali, ma le aziende più piccole potranno appoggiarsi a quelle più grandi o alle strutture dell’Inail.
I costi di medici e infermieri saranno a carico dell’azienda, mentre i vaccini (e le siringhe e gli altri dispositivi di somministrazione) a carico dello Stato. Si potrà fare ricorso al medico aziendale o a strutture sanitarie in possesso dei requisiti per la vaccinazione.
Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario alla medesima è equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro. Ai medici competenti e al personale sanitario e di supporto coinvolto nelle vaccinazioni viene offerto uno specifico corso di formazione realizzato con il coinvolgimento dell’Inail.
IN ALLEGATO il Protocollo completo

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