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A distanza di due anni dalle segnalazioni pervenute riferite ad alcune procedure adottate in cantiere dalle imprese edili nella fase di pompaggio del calcestruzzo, è utile tornare su una pratica pericolosa e non prevista nei fascicoli tecnici o nei manuali d'uso e manutenzione delle macchine. Si tratta dell'utilizzo di congegni denominati collo d'oca, collo di cigno, doppia curva o curva a S, in aggiunta al terminale in gomma della pompa per il calcestruzzo durante le fasi di pompaggio. L'applicazione di tali attrezzature non conformi viene richiesta dalle imprese esecutrici per rallentare la velocità di discesa del calcestruzzo o per evitare il rilascio del materiale dopo l'arresto del pompaggio.
Durante il getto all'interno di una serie di casseforme, il tubo di getto rilascia, infatti, una significativa quantità di calcestruzzo anche dopo che il manovratore, per spostarsi da una cassaforma all'altra, ha interrotto il pompaggio. La presenza di una chiusura a cerniera, o a ghigliottina, sul terminale del tubo trattiene la caduta libera del calcestruzzo lungo il percorso da una cassaforma all'altra.
Ma ciò che appare efficace per la posa in opera da parte dell'impresa esecutrice, non lo è per la sicurezza del lavoratore. L'aggiunta della doppia curva espone a maggiori rischi i lavoratori di tale impresa nel caso di urto dovuto al possibile colpo di frusta del terminale, considerata la rigidità del corpo, generalmente ferroso, e la possibile presenza di maniglie o ganci utilizzati per manovrarlo. Nel caso della doppia curva con la chiusura a ghigliottina la pericolosità si innalza poiché alle problematiche della doppia curva si unisce quella dell'innalzamento della pressione all'interno della tubazione nel caso venga chiusa prima dell'arresto del pompaggio.
L'intasamento del condotto e la successiva improvvisa ripartenza del flusso di calcestruzzo possono causare un movimento incontrollabile del tubo di getto, il cosiddetto colpo di frusta, dotato di notevole energia cinetica con potenziali effetti devastanti per la rigidità e per la massa del tubo e per l'anello metallico che è presente comunque alla fine del tubo flessibile. Tale fenomeno, quale conseguenza di una ripartenza improvvisa del flusso di calcestruzzo a seguito di un intasamento, è quindi pericoloso già a prescindere dalla presenza di attrezzature in aggiunta al terminale in gomma della pompa, attrezzature che non fanno altro che aumentare i rischi d'infortunio.
Inoltre l'impiego di tali congegni, privi di marcature CE, è vietato anche dalla normativa di riferimento per la costruzione della pompa per calcestruzzo UNI EN 12001 che prevede che "i gommoni terminali non devono avere elementi di giunzione per la estensione, attacchi o altri tipi di aggancio pericolosi e la loro lunghezza non deve essere maggiore di 4 m se il terminale è maneggiato da una o più persone."
ATECAP invita pertanto a non consentire l'utilizzo in cantiere di tali soluzioni per le quali l'impresa di costruzione, oltre alla corresponsabilità in caso di infortunio, può incorrere nelle possibili sanzioni previste per l'omessa verifica delle condizioni di sicurezza dei lavori affidati.

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