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L’Italia è il primo Paese a livello europeo per numero di apparecchi domestici a pellet installati: circa 2,2 milioni. Di questi, il 99% è costituito da stufe, inserti e termocamini, cucine e caldaie con potenza inferiore a 35 kW, mentre solo l’1% è composto da caldaie di potenza superiore.
Il consumo di pellet in Italia va dunque attribuito soprattutto al segmento del riscaldamento residenziale (95%) ed è stato stimato per il 2019 in circa 3,4 milioni di tonnellate, con un aumento rispetto all’anno precedente trainato dai consumi dei mesi di marzo, aprile e maggio, particolarmente freddi rispetto agli anni precedenti.
Il dato emerge nell’analisi sui consumi di pellet nel nostro Paese contenuta nello Speciale pellet pubblicato nel nuovo numero del magazine di informazione tecnica sulla filiera legno-energia, AgriforEnergy on line sul sito di AIEL - Associazione italiana energie agroforestali.
La stima dei consumi, presentata in un articolo firmato da Diego Rossi, resposabile osservatorio statistico caldaie e biocombustibili e Matteo Favero, responsabile certificazione ENplus® e ariaPulita®, considera i cosiddetti “gradi-giorno” medi italiani – che quantificano la necessità di riscaldamento durante l’anno solare – e tiene conto delle caratteristiche dei generatori (tipologia e potenza), del loro numero e del relativo coefficiente di utilizzo giornaliero (dati Istat 2013). La riduzione del consumo legata a inverni più miti è bilanciata dal progressivo aumento dei generatori a pellet installati, ex novo o in sostituzione di altri apparecchi obsoleti, anche grazie al ricorso all’incentivo del Conto termico.
Nel periodo 2010-2018, infatti rispetto al totale dei generatori di calore a biomasse legnose installati in Italia (in totale, circa 9,1 milioni nel 2018) le stufe a pellet sono passate dal 6% al 20%, grazie al turnover tecnologico che ha interessato soprattutto gli apparecchi tradizionali, spesso alimentati a legna da ardere come ad esempio i camini aperti, sostituiti da nuovi apparecchi a pellet, automatici e con tecnica di combustione evoluta.
Interessanti anche i dati relativi alla diffusione del pellet su base regionale, frutto dell’analisi dei dati legati a produzione e distribuzione comunicati a inizio 2020 dalle 86 aziende certificate ENplus® in Italia. Il pellet commercializzato dalle imprese che compongono il campione di riferimento è di oltre 1,2 milioni di tonnellate, corrispondenti a più di un terzo del consumo totale in Italia. Si tratta di un valore cospicuo, che pur con un certo margine di variabilità, permette di comprendere quale sia l’evoluzione dei consumi, che si stanno indirizzando verso il pellet di qualità certificata, che garantisce al consumatore un prodotto sostenibile e di alta qualità, la cui combustione genera quattro volte meno PM10 rispetto al pellet non certificato.
Osservando la distribuzione per macro-aree, a trainare i consumi di pellet certificato ENplus® sono il Nord Ovest (26,1%) e il Nord Est (25,2%) seguiti dal Centro Italia (17,2%), Sud (16,9%) e Isole (14,7%).

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