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L’OICE, l’Associazione nazionale delle società di ingegneria e architettura, interviene sul tema dell’attuazione degli interventi del PNRR italiano connesso al programma Next Generation EU.
Per il Presidente Gabriele Scicolone, il punto centrale è avere da subito chiare le aree di rischio e le priorità nella fase di attuazione: “Non intendiamo entrare nel merito delle scelte del Governo, che certamente risponderanno all’esigenza di rendere coerente il PNRR con gli input europei e con le priorità programmatiche nazionali e di individuare la forma migliore di governance. Occorre però avere chiaro che il punto di maggiore criticità, è quello dei tempi di realizzazione visto che oggi servono 5 anni per avviare un cantiere”.
La ricetta OICE in sintesi è quindi quella di “procedere al rafforzamento della capacità di messa a terra della spesa in maniera tempestiva ed efficace da parte della Pubblica Amministrazione definendo prioritariamente con estrema chiarezza le modalità di svolgimento dei controlli sulla gestione dei processi per garantire tempi, costi, sicurezza e qualità degli interventi”.
Poi occorre intervenire sull’organizzazione delle strutture pubbliche: “Il punto non è assumere tecnici, il problema è organizzare i processi in logica di project management guardando all’estero, senza inventarsi l’uovo di Colombo, dove operazioni di questa portata vengono attuate sul territorio o con un consulente tecnico unico che si affianca alla stazione appaltante per ogni problema tecnicoprofessionale o con supporti di project and construction management di elevata qualificazione ed esperienza che possano coordinare per conto della stazione appaltante le attività di tutti i soggetti chiamati a svolgere le diverse prestazioni contrattuali”.
Per Scicolone, infine, per la fase di realizzazione occorrerà spingere a fondo su semplificazioni, digitalizzazione e nuovi modelli contrattuali: “centrali rimangono la qualità del progetto, la scelta di sistemi di gara efficaci sul modello delle procedure gestite dal Commissario Arcuri relativamente alla manutenzione degli ospedali Covid, l’impiego di virtuosi schemi contrattuali collaborativi fra progettista e stazione appaltante, l’ampia iniezione di digitalizzazione in ogni fase dei processi”.

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