


-
Ecobonus, aggiornato il vademecum ENEA sulle caldaie a bioma...
-
Analisi online dei consumi energetici delle imprese: da Asso...
-
OICE: nel 2020 in aumento del 17% le gare BIM per progettazi...
-
Bando Isi 2020: dal 1° giugno 2021 le imprese possono accede...
-
Il futuro del riscaldamento a legna e pellet: il Libro Bianc...
-
Fatturato dei servizi: nel 4° trimestre 2020 calo contenuto ...
-
Costo dei materiali da costruzione, Artale e Danzi (FINCO) c...
-
Ventilazione meccanica nelle scuole, al via il bando nella r...
-
Superbonus 110%, ecobonus e bonus ristrutturazioni per impre...
-
Il Milleproroghe 2021 è legge. Tutte le misure
-
Liguria: approvate modifiche alla legge urbanistica del 1997
-
Etichette energetiche, dal 1° marzo si cambia. Ma i consumat...
-
Da UNICMI il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio 20...
-
Messa in sicurezza di edifici e territorio: il decreto del m...
-
Covid-19, Corte costituzionale: spetta allo Stato, non alle ...
-
Riconoscimento delle qualifiche professionali in UE: nuova s...
-
Imposta di registro e imposte ipotecarie e catastali: la ris...
-
A febbraio migliora il clima di fiducia dei consumatori e de...
-
Piano Territoriale e Paesaggistico (PTPR) del Lazio: “Danno ...
-
Ecobonus e superbonus, da ENEA nuovo strumento digitale per ...
-
Prestazione energetica degli edifici, al via consultazione s...
-
È morto Antonio Catricalà, ex presidente dell'Antitrust
-
Superbonus 110% e asseverazione tardiva: la nuova risposta n...
-
Monossido di carbonio, quali sono le responsabilità di insta...
Si chiamerà VIKI (VIrus KIller) e lo sta realizzando un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna: il punto di partenza è un prototipo già sviluppato in grado di inattivare il 99,9% dei batteri contenuti nel bioaerosol in appena 0,3 secondi. Grazie alla tecnologia del plasma freddo il dispositivo è in grado di ridurre la probabilità di trasmissione del contagio da coronavirus in un ambiente chiuso, inattivando le goccioline sospese nell’aria e contaminate da SARS-CoV-2.
Un primo studio – che i ricercatori hanno pubblicato sullo “Special Issue on Advanced Applications of Plasmas in Life Sciences” della rivista Plasma Processes and Polymers – evidenzia che risultati di inattivazione totale si hanno anche per bioaerosol con RNA purificato di SARS?CoV?2. Si tratta dei primi riscontri finora ottenuti su questo tema a livello internazionale.
Finanziatori del progetto
Il progetto, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, è guidato dal CIRI-MAM (il Centro Interdipartimentale per la Ricerca Industriale dell'Università di Bologna che opera nei settori della Meccanica Avanzata e dei Materiali) attraverso il Gruppo di Ricerca per le Applicazioni Industriali dei Plasmi coordinato dal professor Vittorio Colombo, che collabora con il gruppo del professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell’Ausl Romagna e membro del Dipartimento di Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell'Università di Bologna. Accanto agli studiosi dell’Alma Mater sono al lavoro diverse realtà aziendali (Alintel, AlmaPlasma, GLIP, RubensLuciano, Iso Engineering), con l’obiettivo di arrivare ad una prima produzione pilota di VIKI entro la prima metà del 2021.
Vogliamo realizzare un dispositivo in grado di ridurre sensibilmente la probabilità di trasmissione del coronavirus in ambienti indoor destinati ad attività lavorative o di servizio, spiega Vittorio Colombo. I risultati di questo progetto renderanno possibile lo sviluppo su scala industriale di una gamma di prodotti da utilizzare in scuole, uffici pubblici, ospedali, studi dentistici e attività commerciali.
Come funziona
Il dispositivo agisce aspirando l’aria dell’ambiente in cui si trova e trattandola attraverso scariche di plasma freddo. Questo viene prodotto applicando un campo elettrico a un flusso di aria e bioaersol contaminato, generando così una serie di specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto in grado di distruggere i microrganismi, tra cui i virus.
Le prime prove con virus vitale sono programmate presso l’Ausl Romagna, a Pievesestina, entro la fine di settembre: riteniamo che l’interazione del plasma direttamente con il coronavirus SARS-CoV-2 possa indurre una destabilizzazione della sua struttura e quindi una riduzione, fino alla totale scomparsa, della sua capacità infettiva, aggiunge Colombo.
L’obiettivo è raggiungere una capacità di sanificazione superiore al 99,9% per poi passare alla fase di scale-up del prototipo per adeguarlo ad una futura industrializzazione come prodotto.

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.