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La certificazione nel Regno Unito e in Polonia
Nel Regno Unito, a partire dal 1° gennaio 2007, la classificazione energetica è obbligatoria per tutte le abitazioni. In questo Paese è previsto un “pacchetto informativo” (Home Information Pack – HIPs) dove sono riportate le più importanti informazioni riguardanti la certificazione energetica degli edifici, in modo da facilitare i proprietari nella scelta delle soluzioni migliori. In Polonia la certificazione di tutti i nuovi edifici è prevista dal 1° gennaio 2008, mentre scatta dal 1° gennaio 2009 l'obbligo di certificazione per gli edifici esistenti in caso di “modernizzazione” o compravendita. Per quanto riguarda lo status dei certificatori, in questi due Paesi (e anche in Portogallo) essi sono liberi professionisti, sottoposti in maniera diretta – dunque senza mediazione con gli enti locali – all'amministrazione centrale.
Svezia, Olanda e Germania
In Svezia la certificazione di tutti gli edifici è obbligatoria dal 1° gennaio 2009. Questo Paese è all'avanguardia in questo campo: risale addirittura al 1942 una prima legislazione sui requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici, che sono poi stati aggiornati negli anni successivi, l'ultima volta nel 2006. L'Olanda ha varato un decreto per le prestazioni energetiche degli edifici (Decree Energy Performance of Buildings BEG) che prevede la certificazione di tutti gli edifici pubblici (ad esclusione di scuole e ospedali) con superficie utile superiore a 100 mq, con obbligo di esposizione all'esterno del certificato. Il lavoro di certificazione, in questo Paese come in Svezia e in Finlandia, spetta principalmente ad aziende specializzate che operano nel rispetto delle norme nazionali e internazionali. Diversa la situazione Germania, dove il certificato energetico viene attuato in diverse fasi, anzitutto per gli edifici costruiti dopo il 1965. In questo Paese, come in Austria, il certificatore svolge la sua attività a titolo di soggetto individuale, ma è comunque accreditato dall'amministrazione locale, cui spetta di emettere il certificato e la targa energetica. Come risulta evidente da questi esempi, l'attuazione dell'articolo 7 della Direttiva da parte dei Paesi membri, è avvenuta secondo differenziazioni nazionali e regionali (basti pensare all'Italia, dove, per armonizzare la legislazione nazionale e le diverse regolamentazioni locali, si attendono le linee guida nazionali). La Commissione Europea, al fine di perseguire un certo grado di armonizzazione su base volontaria tra i diversi Stati membri, ha quindi istituito un apposito organo di consultazione, il Concerted Action EPBD. Costituito da un gruppo di esperti, questo organismo ha il compito di discutere e preparare:
una “struttura” per la certificazione energetica degli edifici, in modo da massimizzare le somiglianze e ridurre le differenze di implementazione da parte dei Paesi membri;
una base metodologica coerente per l'ispezione delle caldaie per il riscaldamento e dei sistemi di condizionamento dell'aria;
programmi adeguati inerenti all'accreditamento degli audit energetici e degli esperti in ispezione negli Stati membri;
criteri per l'applicazione di metodologie comuni per il calcolo del rendimento energetico degli edifici.
Condividere le esperienze
Per ciascuno di questi obiettivi è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro. Dal gennaio 2005 al giugno 2007 si sono tenuti 8 incontri, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei ministeri governativi nazionali o di istituzioni governative affiliate, provenienti da 25 Paesi. Si tratta di esperti responsabili della preparazione, nel loro rispettivo Paese, del contesto tecnico, giuridico e amministrativo finalizzato al recepimento della Direttiva 2002/91/CE. Attraverso meeting e webzine, essi si consultano sulle impostazioni e le tendenze presenti nelle rispettive legislazioni, verificando i tempi e l'efficacia di implementazione della Direttiva.

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