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“Dopo la circolare n. 47 del 28 Marzo 2020 dell’INPS si stanno moltiplicando in queste ore i casi di aziende che non vogliono più completare il percorso di confronto sindacale per la messa in cassa integrazione delle proprie maestranze, anche stando nei 3 giorni previsti dalla norma. E questo temiamo potrebbe essere solo l’inizio di una pratica furbesca che vedrà centinaia di aziende di fatto scavalcare gli obblighi di legge”. Così denuncia in una nota Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, il principale sindacato dell’edilizia, dei materiali da costruzione e del settore legno e arredo.
Secondo la Fillea l'interpretazione dell'Inps "esula dalla norma di legge e definisce l’informativa e la consultazione sindacale un mero atto interno, quindi senza obbligo di comunicazione dell’avvenuto confronto con le organizzazioni dei lavoratori. In tal modo, autorizzando cioè la spesa per l'ammortizzatore senza alcuna "pezza d'appoggio" se non la richiesta dell'azienda, si corre il rischio di incentivare l’abuso degli ammortizzatori sociali. Inoltre, questa pratica impedirà ai lavoratori e ai loro rappresentanti di poter verificare la possibilità che le aziende con fatturati positivi possano anticipare l’erogazione della Cassa. Insomma al danno per l'Erario si aggiungerà il danno per migliaia di persone”.
La Fillea chiede quindi all'Inps di tornare sui propri passi e, ammonisce Genovesi "diffidiamo le imprese a fare domanda di cassa integrazione senza consultazione sindacale. Come Fillea Cgil denunceremo alla magistratura ogni azienda che, in base alla circolare, non avrà rispettato le norme di legge con tutte le possibili conseguenze anche per coloro che hanno autorizzato tali pagamenti in violazione dell’obbligo normativo”.

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