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È positivo il giudizio dell’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria sul Dpcm 22 marzo 2020, che ha disposto la chiusura delle attività produttive non essenziali come ulteriore misure per contenere la diffusione del virus Covid-19.
Ricordiamo che tale decreto lascia aperte le attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche; le attività professionali, scientifiche e tecniche.
Le attività svolte da società di ingegneria e architettura e da studi professionali operanti sotto il codice Ateco 71 non devono fermare la produzione, ma possono proseguire.
“Apprezziamo la scelta del Governo ? ha detto il Presidente OICE Gabriele Scicolone ? che ha assicurato l’operatività del settore della progettazione e dei servizi tecnici professionali che sta continuando, per oltre il 90% in smart working e in condizioni di assoluto rispetto della salute dei propri lavoratori, a lavorare ai nuovi progetti che sarà essenziale perfezionare nei tempi e senza ritardi per consentire di avviare senza indugio i bandi per nuovi lavori e a dirigere i lavori dei cantieri lasciati aperti”.
Per l’OICE occorre adesso “assicurare un adeguato livello di produttività anche nella Pubblica Amministrazione per dare continuità al necessario rapporto con i progettisti, se no sarà tutto vano.
Occorre fare di più per correggere alcune parti del decreto Cura Italia: chiediamo che la sospensione degli adempimenti fiscali valga anche per le imprese con fatturati superiori a 2 milioni e che sia estesa anche ai nostri collaboratori a partita Iva. Fondamentale sarà poi assicurare la tempestività dei pagamenti di quanto già svolto, la stipula rapida dei contratti di gare aggiudicate, l’attivazione in via di urgenza dei contratti e la sospensione dei sopralluoghi richiesti per le gare di progettazione”.
Leggi anche: “Coronavirus Covid-19: in Gazzetta il DPCM 22 marzo 2020. Restano aperti gli studi di architettura e ingegneria”

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