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L’elenco delle categorie produttive di cui il Dpcm del 22 marzo 2020 sospende l’attività a partire dal 25 marzo sta creando una certa apprensione e disorientamento tra gli installatori. Secondo il Presidente di CNA Installazione Impianti Carmine Battipaglia, “la scelta di identificarle con i codici ATECO lascia troppi margini di manovra e dubbi interpretativi”.
Per quanto riguarda il nostro settore, il codice 43.2 comprende infatti sia le attività di manutenzione e riparazione, che qualora rivestano carattere di urgenza devono poter essere garantite anche per la sicurezza degli utenti, sia quelle di installazione di nuovi impianti, che, data la situazione attuale, riteniamo vadano sospese.
La poca chiarezza su quello che si può o non si può fare rischia di creare problemi ad un intero settore nel rapporto con la propria clientela. La maggior parte degli utenti, nelle ultime settimane, ha annullato, disdicendoli o non facendo entrare in casa le imprese, gli interventi già programmati di manutenzione degli impianti termici e di condizionamento.
Oggi siamo in un momento di grande unità nazionale e di solidarietà – puntualizza Battipaglia – ma fra qualche mese, quando tutti speriamo che l’emergenza sanitaria sia finita, cosa succede se un guasto ad un impianto a cui oggi non è stato fatto il programmato intervento di manutenzione causa dei danni a persone e cose? Di certo cadrebbe qualsiasi copertura assicurativa e si assisterebbe ad un rimpallo di responsabilità, civili e penali, tra il cittadino/utente, che per varie ragioni, anche condivisibili, non ha fatto fare l’intervento, e l’impresa installatrice che quell’intervento, e non per sua volontà, non lo ha potuto effettuare.
È evidente, quindi, che un chiarimento in merito aiuterebbe a scongiurare infiniti contenziosi legislativi in futuro.
Leggi anche: “Coronavirus Covid-19: in Gazzetta il DPCM 22 marzo 2020. Restano aperti gli studi di architettura e ingegneria”

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