Fisco

Legge europea: nell'ultima bozza una modifica al Codice dei contratti in risposta ai rilievi dell'Ue

Correzione del Dlgs n.50/2016 su subappalto ed esclusioni per rispondere alla procedura d’infrazione europea 2018/2273. Fillea Cgil: “Se governo pensa a blitz, peggiorando norme su subappalto sarà scontro”

venerdì 7 febbraio 2020 - Redazione Build News

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Nell'ultima bozza di Legge europea, che forse sarà all'ordine del giorno del pre-Consiglio dei ministri di martedì prossimo, c'è un articolo che corregge il Codice dei contratti pubblici (Dlgs n. 50/2016) per rispondere alla procedura d’infrazione europea 2018/2273 - lettera di messa in mora inviata all'Italia a gennaio 2019, nonché ai vari pronunciamenti della Corte di giustizia europea in materia di subappalti.

Lo riferisce Public Policy che ha preso visione del testo. Ecco cosa riporta tale agenzia di stampa:

Una modifica interviene sull’articolo 80 del Codice degli appalti per prevedere che un operatore economico può essere escluso dalla partecipazione a una procedura d’appalto anche se la stazione appaltante è a conoscenza e può adeguatamente dimostrare che lo stesso non abbia ottemperato agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali non definitivamente accertati. Oggi l’esclusione può avvenire solo se la mancanza sia stabilita da una decisione amministrativa o giudiziaria definitiva. Ad ogni modo la bozza di Legge Ue circoscrive l’esclusione ai casi in cui il mancato pagamento costituisca una grave violazione (ai sensi del secondo o del quarto periodo dell’articolo 80). Inoltre è previsto che l’operatore economico non possa essere escluso quando abbia ottemperato ai suoi obblighi pagando o impegnandosi in modo vincolante a pagare le imposte o i contributi previdenziali dovuti, compresi eventuali interessi o multe, o quando il debito tributario o previdenziale sia stato comunque integralmente estinto, purché l’estinzione, il pagamento o l’impegno si siano perfezionati anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione delle domande.

La stessa bozza di Legge Ue interviene sugli articolo 105 e 174 del Codice sopprimendo l’obbligo di indicare una terna di subappaltatori nei contratti di appalto o concessione fin dalla fase dell’offerta.

Le nuove disposizioni “si applicano alle procedure i cui bandi o avvisi, con i quali si indice una gara, sono pubblicati successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge – si legge – nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o avvisi, alle procedure in cui, alla medesima data, non sono ancora stati inviati gli inviti a presentare le offerte o i preventivi”.

GENOVESI, FILLEA CGIL: “SE GOVERNO PENSA A BLITZ, PEGGIORANDO NORME SU SUBAPPALTO SARA’ SCONTRO”. “Qualora trovassero conferma le indiscrezioni riportate oggi dal Quotidiano Edilizia e Territorio (che cita Public Policy, ndr), secondo le quali nell’ultima bozza di legge per il recepimento di varie direttive comunitarie, al vaglio del pre-Consiglio dei Ministri di martedì prossimo, si potrebbe ulteriormente peggiorare il codice degli appalti, in particolare in relazione ai sub appalti, sarebbe di una gravità inaudita. Una scelta che delegittimerebbe ogni confronto positivamente avviato per il rilancio del settore, tra Governo e organizzazioni sindacali”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, il principale sindacato delle costruzioni.

“Le specificità italiane, per dimensione di impresa e per gli altissimi tassi di irregolarità, lavoro nero ed infortuni gravi e mortali, senza considerare infiltrazioni criminali e corruzione – come ci ricordano quotidianamente i vari fatti di cronaca – sono tali da aver sempre giustificato sia una selezione a monte molto rigorosa dei sub appaltatori sia una limitazione dello stesso strumento. Nel nostro paese infatti il sub appalto non è il ricorso eccezionale e residuale a lavorazioni specialistiche tali da giustificare la collaborazione tra imprese strutturate, con forte caratura innovativa e personale professionalizzato, ma lo strumento principale per una ricorsa costante al massimo ribasso, agli extra profitti a discapito di sicurezza, rispetto dei contratti collettivi e delle leggi. Il Governo dovrebbe impegnarsi per utilizzare le stesse norme sociali previste dai trattati istitutivi dell’Unione per preservare la coesione sociale e la salute di un comparto già colpito da concorrenza sleale e irregolarità, anche a tutela delle imprese più serie oltre che dei lavoratori”.

“Un Governo che dichiara di voler rimediare ai guasti dello sblocca cantieri non può, quindi, peggiorare ulteriormente una condizione – quella degli appalti pubblici – che è già una giungla. Qualora dovesse farlo da parte delle lavoratrici e lavoratori delle costruzioni la risposta non potrebbe che essere una sola: mobilitazione nazionale”.

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