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Attuazione della Direttiva UE 2018/844. CNA: “Più obblighi e meno controlli”

In una nota, la Confederazione definisce come “incomprensibile” lo schema di decreto legislativo che attua la Direttiva UE sulle ispezioni da effettuare sugli impianti termici

mercoledì 5 febbraio 2020 - Redazione Build News

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“È francamente incomprensibile, e sarebbe interessante sapere a chi giova, quanto contenuto nello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/844 in merito alle ispezioni da effettuare sugli impianti termici.” Così scrive in una nota CNA, commentando il decreto legislativo approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 29 gennaio 2020.

Secondo la confederazione, nel testo del Decreto “ci si allinea acriticamente a quanto previsto dalla Direttiva Europea, non prevedendo ispezioni sugli impianti con potenza inferiore ai 70 kW. Le ispezioni sarebbero semplicemente sostituite dal rapporto di efficienza energetica inviato dal manutentore; il tutto contrabbandato con la necessità di “semplificare” l’attività di ispezione degli impianti di piccola taglia.”

È una vera e propria follia – commenta Guido Pesaro, Responsabile CNA Installazione Impianti – considerando che il 95% degli impianti in funzione ha una potenza termica inferiore ai 50 kW. E senza ispezioni è facile prevedere che i cittadini siano palesemente disincentivati a far controllare i propri impianti. È questo che si intende quando si parla di favorire l’efficienza energetica e la sicurezza degli impianti? Sarebbe interessante conoscere il parere dei Vigili del Fuoco

Ma le critiche degli installatori della CNA non si fermano qui. Come se non bastassero gli obblighi formativi e gli adempimenti  già presenti nella nostra legislazione che coinvolgono gli installatori (qualificazione FER, certificazione F-gas, etc.) si prevede di stabilire, con decreto del MiSE, i requisiti degli operatori che provvedono all’installazione dei sistemi tecnici per l’edilizia, considerando con questo termine “l’apparecchiatura tecnica di un edificio o di un’unità immobiliare per il riscaldamento o il raffrescamento di ambienti, la ventilazione, la produzione di acqua calda per uso domestico, l'illuminazione integrata, l'automazione e il controllo, la produzione di energia in loco o una combinazione degli stessi, compresi i sistemi che sfruttano energie da fonti rinnovabili”.

In pratica – prosegue Pesaro – lo stesso Ministero che ha emanato il DM 37/08 che definisce i requisiti tecnico-professionali che devono avere i Responsabili Tecnici delle imprese installatrici dovrebbe emanare un decreto che, su questo aspetto, si sovrapporrebbe al DM 37/08.C’è quindi inquietudine tra gli installatori per l’affacciarsi di un nuovo provvedimento normativo che dovrà stabilire i requisiti degli operatori con oneri considerevoli a carico delle aziende del settore. Si teme infatti il ripetersi, con il continuo sovrapporsi di nuove disposizioni, la confusione creata dall’applicazione a macchia di leopardo della normativa in tema di aggiornamento FER o di quella sulla certificazione F-Gas. Grande attenzione inoltre andrà posta in merito a quanto disposto in termini di revoca degli incentivi. 

La cosa più preoccupante – conclude il Responsabile degli impiantisti della CNA – è la superficialità con la quale il legislatore si uniforma ai dettati dell’Unione Europea senza minimamente considerare le caratteristiche del parco impianti in Italia e quanto prevede la nostra legislazione in tema di abilitazione degli operatori. Chiederemo a Governo e Parlamento di modificare un decreto che, se approvato con il testo attuale, comporterà un abbassamento del livello di sicurezza ed efficienza dei nostri impianti con tutte le conseguenze del caso.

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