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A dicembre 2019 l'Istat stima che i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” aumentino dello 0,1% su base sia mensile sia annuale.
I prezzi di “Strade e Ferrovie” non variano in termini congiunturali e diminuiscono dello 0,1% in termini tendenziali.
A dicembre 2019 l'Istituto di statistica stima una variazione congiunturale nulla dell’indice dei prezzi alla produzione dell’industria e una diminuzione tendenziale del 2,1%.
Sul mercato interno i prezzi alla produzione dell’industria non variano rispetto al mese precedente e diminuiscono del 3,1% rispetto a dicembre 2018. Anche al netto del comparto energetico, i prezzi alla produzione dell’industria non variano in termini congiunturali e la loro crescita tendenziale resta stabile al +0,3%.
Sul mercato estero i prezzi alla produzione dell’industria restano stabili su base mensile (-0,1% per l’area euro, 0,0% per l’area non euro) e aumentano dello 0,4% su base annua (-0,1% area euro, +0,8% area non euro).
Nel quarto trimestre del 2019 si stima una flessione congiunturale dei prezzi alla produzione dell’industria dello 0,2% sul trimestre precedente; la dinamica congiunturale dei prezzi è negativa sul mercato interno (-0,3%) mentre resta invariata su quello estero.
Nel mese di dicembre 2019, fra le attività manifatturiere gli incrementi tendenziali più elevati si registrano sul mercato interno per i settori coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,0%), prodotti farmaceutici (+1,9%) e industrie alimentari (+1,4%), sul mercato estero area euro per i settori mezzi di trasporto (+1,6%) e macchinari e attrezzature (+0,9%), sull’area non euro per i settori computer e prodotti di elettronica (+5,3%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,5%). Ampie flessioni su base annua si rilevano, in tutti e tre i mercati, per metallurgia e fabbricazione dei prodotti in metallo (-1,8% mercato interno, -2,9% area euro, -1,5% area non euro).
FIDUCIA DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE A GENNAIO 2020. A gennaio 2020 l'Istat stima un miglioramento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 110,8 a 111,8) mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese registra un calo (da 100,7 a 99,2).
Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori mostrano una tendenza al rialzo: il clima economico registra un incremento da 120,9 a 123,8, il clima personale cresce da 106,8 a 108,4, il clima corrente aumenta da 108,8 a 110,7 e quello futuro passa da 112,3 a 114,7.
Con riferimento alle imprese, nell’industria si registra un complessivo miglioramento mentre per i servizi emergono segnali di incertezza. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 99,3 a 99,9 e cresce in modo deciso nelle costruzioni (da 140,1 a 142,7); nei servizi la fiducia diminuisce (l’indice passa da 102,2 a 99,5), così come nel commercio al dettaglio, dove l’indice cala da 110,6 a 106,6.
Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative di produzione mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate in accumulo. Nelle costruzioni, l’evoluzione positiva dell’indice è trainata dal miglioramento delle attese sull’occupazione.
Nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio il calo dell’indice riflette una dinamica negativa di tutte le componenti. In quest’ultimo comparto, si assiste ad un diffuso peggioramento dei giudizi sulle vendite in entrambi i circuiti distributivi analizzati (grande distribuzione e distribuzione tradizionale) mentre le relative aspettative sono in calo solo nella grande distribuzione.

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