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Atlante di economia circolare: la bio-edilizia e il design sostenibile

Case costruite in paglia e pietra, mattoni prodotti da materiali di scarto, legno che riprende vita e oggetti d’arredo recuperati dopo anni di abbandono nelle cantine. Le opere finaliste della seconda edizione del Concorso “Storie di Economia Circolare”, organizzato da Ecodom e dal CDCA

martedì 3 dicembre 2019 - Redazione Build News

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Vivere gli spazi in modo responsabile è una declinazione fondamentale dei principi dell’Economia Circolare. In Italia sono sempre di più le aziende impegnate nel coniugare l’idea dell’abitare con i principi del rispetto dell’ambiente e del riutilizzo delle materie prime: nel 2020 il valore del mercato europeo dell’edilizia green si attesterà a quota 140 miliardi di euro (fonte: “Secondo Osservatorio sulla sostenibilità e sicurezza”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Johnson Controls). Inoltre, per il prossimo anno, la Direttiva Europea del 2008 sul tema ha fissato un target di recupero dei rifiuti di materiali di costruzione pari al 70%. Ecco quindi la centralità di edilizia e design sostenibili: due metodi di lavoro applicati in molte realtà produttive italiane e al centro di alcune delle opere finaliste della seconda edizione Concorso “Storie di Economia Circolare”, organizzato da Ecodom, il principale Consorzio italiano per il recupero dei RAEE, e dal CDCA, il primo Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia. Il contest che quest’anno ha raccolto 81 storie a livello nazionale, si concluderà con una cerimonia di premiazione il 12 dicembre 2019 alla Fondazione Riccardo Catella di Milano.

Le eccellenze italiane della Bio-edilizia

Tra i video finalisti del Concorso c’è “(R)Ecology”, di Simone Inagni ed Emilia Cedrone, che racconta l’attività della startup ReCO2 di Pontecorvo (FR), nata nel maggio del 2018 e attiva nel settore della bio-edilizia e dei materiali da costruzione. La forza di ReCO2 sta nell’essere riuscita a veicolare tutto il potenziale delle “3R” (r-iusa/r-iduci/r-icicla) in due prodotti: il Vytreum, per la pavimentazione ecosostenibile e l’arredo urbano; e il Microglass, per l’isolamento termoacustico. I risultati? Fino al 95% nella riduzione di emissione di CO2; energia termica ridotta di circa l’80% rispetto ai processi tradizionali; il 90% in meno del consumo d’acqua; l’uso esclusivo, al 100%, di materie prime riciclate. Un altro fiore all’occhiello del concorso è il videoreportage di Giuseppe Chiantera e Sara Muscogiuri sul BAG (Beyond Architecture Group), studio di progettazione romano fondato nel 2009 e attivo nell’ambito dell’architettura sostenibile. In dieci anni di attività, gli esperti di BAG hanno dimostrato come sia possibile costruire abitazioni sfruttando esclusivamente legno, paglia, terra e pietra. Una peculiarità di BAG è quella di organizzare workshop internazionali attraverso i quali è possibile partecipare direttamente ai lavori di costruzione.

Catalyst, al centro del reportage di Cristiano Bartucci, è una startup di Firenze che dal 2016 si è specializzata nella produzione di mattoni realizzati con polvere di marmo e inerti da demolizione. Per avere un’idea dell’importanza del processo, basti pensare che le soluzioni brevettate dai fondatori di Catalyst contrastano due problemi diversi: lo smaltimento dei materiali inerti da demolizione – pari al 40% dei rifiuti speciali prodotti ogni anno in Italia – e gli scarti provenienti dalle cave, alcuni pericolosi per l’ambiente come nel caso del marmo.

L’importanza del recupero: la filosofia dell’Ecodesign

Please Sit, che dà il titolo al video di Andrea Galliano, è il primo progetto di Sartoria Migrante nato come laboratorio di Connecting Cultures, un’agenzia di ricerca no profit con sede a Milano, che promuove la sostenibilità nell’ambito delle arti visive e del design. Please Sit è un progetto nato grazie a una call che ha permesso di recuperare 21 vecchie sedie, alle quali la designer Denise Bonapace, falegnami e sarti provenienti da tutto il mondo hanno dato nuova vita. “Trait d’Union – L’anello di congiunzione” è l’opera del duo Luigi Cuppone e Giulia Cinelli che racconta il lavoro del Laboratorio Linfa è un’impresa artigiana con sede a Orte (RM) che progetta e produce mobili di ecodesign, allestimenti e installazioni. Il materiale d’ordine è il legno: rigorosamente usato e recuperato dal disassemblaggio di pallet giunti a fine ciclo di utilizzo o da altri complementi in legno, come vecchi serramenti, porte, mobili. Tutto il materiale viene ceduto all’impresa da cittadini e aziende del territorio, che sposano l’Economia Circolare allungando la vita dei materiali in modo poco energivoro e a chilometro zero.

https://www.economiacircolare.com/storie-in-concorso-2019/

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