


-
Costruire involucri solari integrati: sfide e tendenze per i...
-
Lombardia: 130 milioni per due bandi su rigenerazione urbana...
-
Superbonus 110% e visto di conformità, la denuncia dell'Ungd...
-
Riqualificazione energetica globale di un edificio e Superbo...
-
Ritenute e compensazioni in appalti e subappalti: chiariment...
-
Superbonus 110%: online la versione definitiva del modello 7...
-
Superbonus: il modello “Rigenerazione di Classe A” di gestio...
-
Nuovo Bauhaus europeo: avviata la fase di progettazione
-
Rinvio di scadenze tributarie, in Gazzetta il nuovo decreto-...
-
Consip: nel 2020 gli acquisti delle Pa sul MEPA raggiungono ...
-
Da Confagricoltura e Assoverde il Libro Bianco del Verde 202...
-
Recovery Plan: superbonus 110% “prorogato” di sei mesi fino ...
-
Bonus idrico: sostituire la cassetta di risciacquo con un mo...
-
Superbonus 110% applicato al riscaldamento a biomassa legnos...
-
TAR: ok all'utilizzo in cementeria di materiali alternativi ...
-
Covid-19, Consulta: la profilassi è di competenza esclusiva ...
-
Consiglio dei ministri: approvato decreto-legge con ulterior...
-
Linee Guida per la sicurezza di viadotti e ponti: l'analisi ...
-
Impianti FER, in Campania nuovo modello per le domande di Au...
-
Lombardia: bando Axel da 20 milioni di euro a enti locali pe...
-
Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico...
-
Efficientamento energetico delle scuole: in arrivo nuovo ban...
-
Rifacimento centrali termiche: call for papers per il prossi...
-
Bandi di progettazione al picco massimo nel 2020, anche graz...
Il maltempo abbattutosi su Venezia ha incontrato una coincidenza molto particolare: la Festa dell’Architetto 2019, organizzata il 15 e il 16 novembre nell’ambito degli eventi per la Biennale d’Arte. Sono giorni davvero cruciali per la città lagunare, messa in ginocchio da un’acqua alta da record di 187 centimetri - seconda soltanto ai 194 centimetri raggiunti con l’alluvione del 1966 – i cui effetti appaiono devastanti per tutta la comunità.
L’occasione rappresentata dall’evento della Biennale, quindi, “può essere utile anche, e soprattutto, in un momento così difficile per la città – sottolinea l’ingegner Egidio Comodo, Presidente di Fondazione Inarcassa, realtà che riunisce 170mila tra ingegneri ed architetti liberi professionisti – proprio per ricordare il valore dell’ingegneria e dell’architettura in fasi così delicate per la vita di un territorio e di un Paese. Va detto, per quanto attiene a Venezia, che la realizzazione del Mo.s.e. può essere la soluzione di una delle criticità ma non di tutte. Occorrerebbero proficui investimenti anche per le opere, altrettanto importanti, di manutenzione, dei canali ad esempio, degli edifici storici e del patrimonio artistico e demaniale della città. L’attenzione è stata concentrata in questi lunghi anni sull’opera del Mo.s.e., che ha superato la cifra record di oltre 5 miliardi, ma non si può lasciare in alcun modo scoperta l’esigenza di concentrare risorse anche, in ‘tempo di pace’, sulla cura delle calli, sulla bonifica delle parti degradate della città, sui ponti e i rialzi, sulla pulizia dei canali. Insomma, il Mo.s.e. ha attirato grandi capitali e va quindi completato al più presto, sperando che si riesca a farlo entro la data indicata del 2021, ma resta aperta, comunque, la questione di una fondamentale, continua e capillare azione di manutenzione. Di fatto, uno dei cardini del principio e della pratica della prevenzione, a Venezia come in tutto il resto d’Italia, per strutture e infrastrutture”.
Già la storia aveva dimostrato, nei secoli passati, che Venezia richiede misure calibrate “non solo contro agenti esterni come le maree, al cui contenimento è deputata la costruzione del Mo.s.e., ma anche interni, con fiumi e canali, da controllare e gestire con lungimiranza, affrontare il dissesto idrogeologico con la prevenzione e non più come un’emergenza”, continua Comodo.
L’anomalia veneziana è anche rappresentata dal tipo di allagamento che si è verificato: “Il vero problema – conclude il Presidente di Fondazione Inarcassa - non è paradossalmente l’acqua alta, o meglio non solo, ma il fatto che essa sia salina. Questo comporta una serie di conseguenze più gravi rispetto alle consuete alluvioni che riversano sulle città acqua dolce. I danni provocati da quella salata non sono visibili subito, ma il sale corrode le strutture, si infiltra nelle porosità dei materiali, dai mattoni agli intonaci e con il clima secco tende poi a cristallizzarsi diventando pericoloso nel tempo per la stabilità dei materiali. Ecco perché serve prevenire”.

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.