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Come ogni anno, il 15 ottobre si accendono i riscaldamenti nella zona climatica E, che include gran parte del Nord-Italia (escluso l’arco alpino) e della fascia appenninica. Non senza qualche polemica: il sindaco di Milano Beppe Sala, per esempio, ha definito “anacronistica” la scadenza del 15 ottobre, prendendo atto dei cambiamenti climatici in corso e facendo appello ai cittadini milanesi perché tengano i termosifoni spenti almeno finché il bel tempo regge.
In ogni caso, con l’avvio della stagione fredda è sempre bene tenere a mente alcuni accorgimenti per ridurre i consumi e i costi, ma anche per garantire la buona tenuta e la sicurezza degli impianti. Di seguito riportiamo i consigli utili di Federico Musazzi, segretario di Assotermica, l'associazione dei costruttori di apparecchi e componenti per apparecchi termici all’interno di Anima Confindustria:
Come ridurre i consumi e i costi in bolletta?
- Cercare di evitare di superare i 20°C
- Dormire a una temperatura più bassa: non è solo economico, ma salutare. Inoltre, con le tapparelle abbassate si può ridurre del 50% la dispersione di calore
- Limitare a 5-10 minuti il ricambio dell'aria a finestre aperte
- Pulire periodicamente caloriferi
- Non coprire o ostruire i caloriferi
- Stabilire gli orari di funzionamento della caldaia: oggi sono presenti sul mercato sistemi di termoregolazione e controllo che consentono di ottimizzare il funzionamento della caldaia in funzione delle abitudini della famiglia.
- Effettuare una corretta manutenzione periodica dell'impianto
A chi ci si deve rivolgere per la manutenzione dell’impianto di riscaldamento, quando e ogni quanto tempo? Cos’è il controllo fumi? E chi controlla?
Tutti gli impianti termici devono essere sottoposti a controlli periodici che hanno una duplice finalità: garantire una maggiore sicurezza e mantenere efficiente l'impianto per avere una bolletta meno cara. Per quanto riguarda la sicurezza le tempistiche e le modalità sono definite dall'impresa installatrice o dal fabbricante della caldaia nel libretto d'uso e manutenzione. La periodicità è generalmente annuale. A fine lavoro, il manutentore ha l'obbligo di rilasciare un report della manutenzione e di compilare il libretto di impianto nelle parti pertinenti.
La periodicità della verifica è stabilita per legge con scadenze temporali che possono essere anche più dilatate nel tempo. Al termine delle operazioni di controllo il manutentore deve redigere e sottoscrivere il Rapporto di controllo di efficienza Energetica.
Quando è ora di sostituire la caldaia?
La vita media di una caldaia è generalmente superiore ai 10/12 anni, ma è bene considerare che anche grazie agli incentivi che oggi abbiamo in Italia il recupero dell'investimento è ben inferiore a questo periodo. Il suggerimento pertanto è di guardare da quanto tempo abbiamo in casa la caldaia, anche grazie all'aiuto di un professionista abilitato (installatore), se la sostituzione comporterebbe una sensibile riduzione dei consumi e conseguentemente della spesa in bolletta. Si sostituisce una caldaia quasi esclusivamente quando si rompe e non c'è quindi tempo per riflettere e fare un investimento più mirato. È bene invece sapere che negli edifici circa l'80% dei consumi è associato al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria pertanto l'incidenza in bolletta è elevatissima.
Oggi i nuovi apparecchi presentano l'etichetta energetica che comunica all'utente finale il livello di efficienza dell'apparecchio di riscaldamento con una scala di classi dalla A alla G. Le caldaie in classe A sono quelle a condensazione di moderna generazione e sono quelle più efficienti. Esistono poi altri sistemi, ma è da considerare che la stragrande maggioranza delle abitazioni è riscaldata da apparecchi a gas. Sarebbe molto utile e importante se una simile etichetta potesse essere possibile per gli apparecchi già installati così che i cittadini possano essere consapevoli se la caldaia è efficiente o meno.

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