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Ok regolamento unico, non bene appalto integrato, anche se con tutela del progettista, e verifiche progetti a P.A. fino 20 milioni. È questa la posizione dell'Associazione che rappresenta le società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria rappresentata oggi in audizione alla Camera sul decreto "sbloccacantieri", presenti il Presidente Gabriele Scicolone, il Consigliere Giorgio Lupoi e il Direttore Generale Andrea Mascolini.
In particolare, sull’operazione di revisione del codice dei contratti pubblici, così si esprime il Presidente Gabriele Scicolone: “abbiamo fatto presente al Presidente Benvenuto e ai membri della commissione la nostra soddisfazione perché sono state accolte diverse nostre proposte a partire da quella, dai più condivisa, del ritorno ad un regolamento unico che dia certezza giuridica e, nel nostro caso, valore vincolante alle regole sugli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura. Molto positiva è anche la norma che introduce l’anticipazione contrattuale del 20% nel nostro settore, una richiesta che formuliamo da oltre quindici anni, che eviterà alla nostra categoria di finanziare a sbalzo le progettazioni. Bene anche la possibilità di provvedere con gli affidamenti anche se è stata finanziata la sola progettazione, un elemento che potrà consentire alle amministrazioni di accedere ai finanziamenti europei con maggiore efficacia."
Qualche elemento critico viene però segnalato dall’OICE: “Non ci piace - prosegue Scicolone - la sospensione del principio dell’affidamento dei lavori sul progetto esecutivo soprattutto adesso che le amministrazioni possono utilizzare il criterio del minore prezzo fino alla soglia UE. In questo quadro apprezziamo comunque che sia stata accolta la nostra proposta che impone quantomeno la previsione del pagamento diretto del progettista che collabora con l’impresa, onde non asservire il primo al secondo, ma garantendo l’imparzialità del progettista. Non va bene invece la norma introdotta in questi ultimi giorni che consente alle amministrazioni di effettuare verifiche di progetti fino a 20 milioni di lavori con un solo sistema di controllo perché si crea una situazione di disparità di trattamento con gli operatori economici privati tenuti al rispetto di regole più stringenti e non si garantisce la professionalità di chi verificherà i progetti. Siamo perplessi anche sull’automatismo dell’esclusione per tre anni in caso di risoluzioni contrattuali, senza valutazione caso per caso e senza gradualità. Infine il Direttore Mascolini ha posto l’accento su qualche possibile problema sulla salvezza degli effetti dei provvedimenti emanati in vigenza di norme del decreto poi non convertite: non vorremmo che si verificassero problemi e contenziosi. Siamo consapevoli che non c'è tempo per chiedere ulteriori modifiche ma sui temi della garanzia dell'equo compenso, dei tempi di aggiudicazione delle gare e dei ribassi eccessivi, dell'estensione dei requisiti a 15 anni e della promozione del project management, ci auguriamo che si possa, anche in altra sede, intervenire".

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