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“Va diffusa la generazione distribuita, semplificando il quadro regolatorio/autorizzativo, promuovendo la realizzazione di sistemi alimentati solo da impianti FER e/o CAR caratterizzati da elevanti standard di qualità /sicurezza e regolamentando sia lo “scambio virtuale” che lo scambio fisico per consentire di scegliere l’opzione ottimale per le esigenze energetiche locali, attraverso la modifica della definizione di cliente finale di cui al D.Lgs. 79/1999, al fine di liberalizzare l’uso dell’energia, estendendola anche “alla persona giuridica che acquista energia elettrica per uso di soggetti collegati allo stesso da specifici rapporti contrattuali ovvero di natura societaria”, come nel caso di condomìni e cooperative di abitanti e/o utenti, centri commerciali, Aree di Sviluppo Industriale. Per consentire lo sviluppo delle comunità energetiche, nel PNEC va esplicitato che il riferimento è l’Articolo 2, punto 16) della direttiva (UE) 2001/2018.”
Lo suggerisce il Coordinamento FREE nelle sue risposte inviate al Ministero dello Sviluppo Economico nell'ambito della consultazione per cittadini ed imprese sul Piano Energia e Clima 2030.
Secondo il Coordinamento FREE gli oneri di rete “devono essere imputati a chi li genera, allocando i costi in funzione del reale utilizzo della rete nel rispetto dei principi del “cost riflectivity” confermati a livello europeo, quindi sulla base di prelievi e immissioni, e non dell’autoconsumo. Inoltre, la struttura tariffaria dovrebbe permettere la diffusione dei piccoli impianti di produzione, alleggerendo se necessario le componenti fisse, piuttosto che il contrario.
Sempre per incrementare l’autoconsumo, il PNEC prevede la progressiva e graduale estensione dell'obbligo di quota minima di FER anche agli edifici esistenti, a partire da alcune categorie, come i capannoni adibiti ad attività produttive e gli edifici del terziario, ma non vengono fornite indicazioni sull’entità e sulla tempistica dell’obbligo.
Prevedere un premio sull’autoconsumo per tutti i soggetti che installano un sistema di accumulo elettrochimico e rinunciano al meccanismo di scambio sul posto (misura che potrebbe essere attuata a costo marginale nullo)”.
In allegato le risposte inviate dal Coordinamento FREE al MiSE.

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