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Il mondo delle costruzioni, per sua natura, è caratterizzato da un elevato livello di disorganizzazione e troppo spesso non consente un semplice coordinamento di tutte le figure coinvolte nei processi. I flussi informativi sono disorganizzati e i livelli di produttività non eccellono. Ecco, dunque, la necessità di adottare sistemi che consentano di gestire in modo efficiente ed efficace tutte le informazioni in gioco: occorre procedere alla digitalizzazione dei processi informativi in edilizia, come già da tempo avviene in altri settori produttivi.
È qui che entra in gioco il BIM - Building Information Modeling, in grado di offrire un nuovo modello organizzativo. Il settore AEC (Architecture Engineering Construction) si trova di fronte a una nuova rivoluzione, proprio come accadde quasi un secolo fa, nella seconda metà degli anni ‘40, con l’industrializzazione delle costruzioni. Il BIM si configura come vero e proprio promotore del cambiamento (driver for changes), in un contesto certamente diverso rispetto ad allora, ma con obiettivi assolutamente identici: incremento della produttività, riduzione dei tempi e degli errori, razionalizzazione dei processi, ottimizzazione delle soluzioni e dei costi.
La rivoluzione del BIM investe l’intero processo: la digitalizzazione parte dalla committenza, fa il suo ingresso negli studi professionali di ingegneria e architettura, nelle imprese di costruzione e di ristrutturazione, scende in campo direttamente nei cantieri e coinvolge anche il facility management (gestione del patrimonio immobiliare).
Affidarsi al BIM, quindi, diventa sempre più “necessario” per ciascun attore della filiera (progettista, costruttore, ente pubblico, installatore, manutentore, etc.): occorre conoscere la metodologia e sfruttare gli strumenti messi a disposizione.
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