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Va all'architetto giapponese Arata Isozaki, classe 1931, il Pritzker Prize 2019. Dopo tre anni di premi insigniti al valore sociale della progettazione, con i riconoscimenti dati ad Alejandro Aravena (2016), Rcr Arquitectes (2017) e Balkrishna Doshi (2018), il cosiddetto Nobel dell'Architettura torna a celebrare l'arte e l'esperienza dei grandi maestri. Perché Isozaki, allievo di Kenzo Tange, è una delle grandi firme dell'architettura contemporanea.
Un architetto che ha avuto il merito- come spiega la motivazione della giuria- "di superare la struttura dell’architettura per sollevare domande che trascendono le ere e i confini, facilitando il dialogo tra Oriente e Occidente, reinterpretando le influenze globali all'interno dell'architettura e supportando lo sviluppo delle giovani generazioni di architetti."
Uno sguardo attento all'evoluzione delle metropoli
Arata Isozaki ha sfidato i dogmi giapponesi, con un'architettura lontana dalla tradizione nipponica ma in grado di guidare un cambiamento. I suoi primi edifici, costruiti a metà degli anni '50 nella sua città natale, Oita, sull’isola di Kyushu il Medicalita Medical Hall e l’Oita Prefectural Library sono esplicitamente ispirati alle influenze europee.
Il lavoro dell'architetto nasce e si sviluppa guardando alla metropoli, intesa come organismo complesso e in costante evoluzione e all'interno del quale gli edifici svolgono il ruolo di adeguarsi e rispondere ai nuovi modelli e stili di vita della società.
“Possedendo una profonda conoscenza della storia dell’architettura, e abbracciando le avanguardie- sostiene la giuria del Pritzker- Isozaki non ha mai semplicemente replicato lo status quo, ma la sua ricerca architettonica di riflette nei suoi edifici che ancora oggi sfidano le categorizzazioni stilistiche, sono in continua evoluzione e sempre freschi nel loro approccio”
Tra le opere più significative dell'architetto vanno ricordati il Museo d'arte moderna della prefettura Gunma a Takasaki, la biblioteca centrale a Kitakyushu, il Shizuoka performing arts park, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e la più recente Shanghai Symphony Hall.
Architetto del 'Dritto' di CityLife
Negli ultimi anni Isozaki ha lavorato molto anche in Italia. E' sua una delle tre torri del business district di CityLife a Milano, il cosiddetto 'Dritto', firmato con Andrea Maffei Architects. Tra le altre opere, anche il Pala-hockey olimpico di Torino e una serie di progetti vincitori di concorsi finiti nel nulla, come la nuova uscita degli Uffizi, a Firenze, mai realizzata.

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