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Le ultime settimane sono state ricche di spunti per il dibattito nazionale su efficienza energetica degli edifici.
Mentre sul piano internazionale la presentazione del rapporto IPCC “Global warming of 1.5°C” ha sottolineato il crescente allarme per il rapido deterioramento della condizione del clima, accompagnato dalla persistente ignavia della maggior parte dei Governi, nel nostro Paese il dibattito politico sulla prossima legge di bilancio è entrato nel vivo.
Già nei giorni scorsi la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) aveva rassicurato sull’intenzione del Governo di mantenere le detrazioni fiscali oggi in vigore, dopo le esternazioni dei mesi scorsi che affermavano che si può sostenere il rinnovamento del patrimonio edilizio, responsabile di un terzo dei consumi energetici nazionali, eliminando gli incentivi.
Il 15 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento programmatico di bilancio 2019, dal quale si apprende che la struttura degli incentivi resterà immutata, salvo una proroga di un anno per tutti gli sgravi che, a legislazione vigente, scadrebbero il 31 dicembre 2018 (pag. 22).
Si tratta:
- delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie, che per un altro anno resteranno al 50% anziché calare all’intensità “strutturale” del 36%
- degli ecobonus per lavori non condominiali, attualmente al 50-65% a seconda del tipo di intervento, che in assenza di proroga sarebbero spariti, confluendo nelle ristrutturazioni edilizie al 36%.
Tutte le altre misure attualmente in vigore (ecobonus condomini e sismabonus) e le modalità attuative (anni di fruizione, percentuali, cedibilità) non sono menzionate e, di conseguenza, restano immutate.
Il percorso che porterà, entro la fine dell’anno, all’approvazione della legge di bilancio per il 2019 sembra dunque avviato su un percorso positivo anche se, notoriamente, la coperta è corta e nella concitazione del dibattito nelle Commissioni e nelle Aule parlamentari il rischio di qualche passo indietro non può essere escluso.
Sarà cura nostra e delle associazioni con cui collaboriamo vigilare attentamente sul testo del disegno di legge del Governo e sugli emendamenti che saranno presentati nei prossimi mesi.
Nessuna menzione, nel documento inviato alla Commissione Europea, dei miglioramenti degli incentivi per l’ efficienza energetica degli edifici che nelle ultime settimane erano stati annunciati dal sen. Girotto, presidente della Commissione Industria: stabilizzazione al 2021 di tutti gli sconti fiscali, meno vincoli alla cessione dei crediti d’imposta, prestiti a tassi agevolati, fondo di garanzia.
Da tempo sosteniamo che, nonostante i grandi miglioramenti introdotti negli anni scorsi (detrazioni specifiche per la riqualificazione degli involucri e per gli interventi integrati e profondi, facoltà di cessione dei crediti d’imposta consentita a tutti i fruitori degli incentivi), esistono ancora ampi margini di miglioramento del sistema che, se attuati, renderebbero possibile la moltiplicazione delle azioni concrete sul territorio degli interventi di efficienza energetica degli edifici.
C’è dunque ancora un gran lavoro, per il legislatore, per rendere enormemente più efficace la capacità di stimolo degli incentivi, dare una risposta concreta agli accordi assunti in sede di COP21 – fino ad ora sterilizzati da una insufficiente assunzione di responsabilità politica – e affrontare strategicamente e in ottica di lungo periodo un problema, quello del consumo di energia degli edifici, che sino ad oggi è stato solo sfiorato dal cambiamento ma che non può più essere procrastinato.
A questo fine abbiamo predisposto un documento programmatico – IN ALLEGATO - con una serie di proposte. Invitiamo Governo e Commissioni parlamentari a considerarne l’adozione in fase di discussione del disegno di legge, cogliendo l’opportunità di consentire al Paese di godere dei molteplici benefici che possono derivare da una politica forte e determinata a favore della diffusione generalizzata dell'efficientamento energetico degli edifici: sviluppo, occupazione, tutela dell’ambiente e della salute.
Virginio Trivella
Coordinatore Comitato tecnico scientifico Rete IRENE www.reteirene.it

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