Efficientamento energetico

Sviluppare l’efficienza energetica in Italia: le proposte di FIRE

In un Manifesto viene spiegato perché l’efficienza energetica è più importante e utile di quanto si pensi e quali sono gli strumenti principali per affrontare le sfide del mercato dell’energia

venerdì 14 settembre 2018 - Redazione Build News

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FIRE (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia) ha redatto il documento “Proposte per lo sviluppo dell’efficienza energetica in Italia”, che si configura come il Manifesto della Federazione per l’efficienza energetica. Al suo interno viene spiegato perché l’efficienza energetica è più importante e utile di quanto si pensi e quali sono gli strumenti principali per affrontare le sfide del mercato dell’energia.

Cambiamenti radicali ci accompagneranno nei prossimi decenni, in cui l’uso razionale delle risorse e le fonti rinnovabili occuperanno una parte cospicua. Occorre definire delle politiche lungimiranti e fondate su un’ottica di lungo periodo, collegando energia e core business, per affrontare temi onerosi e complessi, come la riqualificazione spinta del patrimonio edilizio, la trasformazione del settore energetico e la rivoluzione del settore trasporti.

NZEB. In tema di edifici, l’idea è di andare verso immobili a consumi quasi nulli (i cosiddetti NZEB). Questo significa che non sarà sufficiente agire sugli impianti di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione, e nemmeno limitarsi a aggiungere isolante all’involucro, ma occorrerà ripensare insieme l’involucro (forma, materiali, produzione di energia rinnovabile), gli impianti (produzione, distribuzione e utilizzo), gli spazi (aree comuni e aree private, dimensioni), e il loro impiego (abitazione, ufficio, spazi verdi e/o produzione agricola, etc.). Si tratta di una sfida soprattutto sull’esistente, spesso gravato da vincoli architettonici e paesaggistici e su cui appare difficile intervenire in modo radicale ad edificio occupato. I costi saranno considerevoli e i tempi di rimborso dei capitali lunghi. Ne consegue che solo attraverso un’opportuna diffusione di competenze progettuali adatte alle nostre caratteristiche climatiche e sociali e un’adeguata industrializzazione del settore delle costruzioni si potranno raggiungere tempistiche, qualità e costi accettabili.

FER. Il settore energetico dovrà affrontare la riduzione delle fonti fossili e la crescita di quelle rinnovabili. Le soluzioni tecnologiche appaiono forse più chiare rispetto agli edifici, ma la sfida di mercato, regolatoria e culturale è davvero notevole. Anche qui le risorse da spendere saranno cospicue, e molto dipenderà dalla capacità di intuire la giusta velocità del processo.

TRASPORTI. Nei dibattiti sul settore dei trasporti, troppo spesso tutto è ricondotto all’auto elettrica, mentre è in gioco molto di più. Occorre rivedere le politiche di mobilità urbana, la logistica delle merci, le logiche di possesso di veicoli privati, le modalità del lavoro e così via. Investimenti consistenti, accompagnati da un cambio culturale non facile da digerire nell’immediato rendono la sfida altrettanto difficile.

INDUSTRIA. In tutto questo l’industria continuerà a svolgere un ruolo primario per la riduzione dei consumi, non tanto con interventi sui componenti energetici, quanto con un ripensamento dei prodotti e dei servizi offerti (sempre più “green”), un’integrazione e razionalizzazione delle filiere in ottica circolare, e una maggiore penetrazione della generazione distribuita. Il vantaggio, rispetto agli altri settori, è che sarà la competitività a spingere questo cambiamento, non solo obblighi e attenzione all’ambiente e alle risorse.

In allegato il documento di Fire

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