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REbuild 2018, soluzioni industrializzate per riqualificare e mettere in sicurezza l’Italia

Nella 7^ edizione di REbuild l’approccio al costruito, in termini quantitativi e qualitativi, è stato affrontato parlando di green renovation, green retrofit e anche di deep renovation

venerdì 1 giugno 2018 - Redazione Build News

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Dalla domanda diffusa delle famiglie alle richieste della finanza immobiliare, lo sviluppo del settore costruzioni passa per l’adozione di stringenti criteri di sostenibilità. Tuttavia, dalla trasformazione del settore non dipendono solo i numeri del nostro PIL, ma anche il successo della transizione del nostro Paese a un’economia davvero decarbonizzata. Ma perché la sostenibilità ambientale smetta di essere appannaggio di una frazione del patrimonio e ne rappresenti invece un aspetto diffuso, è necessario adottare processi e soluzioni capaci di intervenire su fasce più ampie di immobili. Con due effetti principali: dare sostanza agli obiettivi della rigenerazione urbana e aprire nuove opportunità di crescita e sviluppo a imprese e professionisti.

Unire la qualità degli interventi e la scala degli investimenti è stato il tema al centro di REbuild 2018. Nella 7^ edizione l’approccio al costruito, in termini quantitativi e qualitativi, è stato affrontato parlando di green renovation, green retrofit e anche di deep renovation, pensando che energia e industrializzazione rappresentino le leve per la riqualificazione su larga scala. A REbuild si è chiuso il cerchio, perché si sono viste le prime applicazioni concrete.

In questa edizione abbiamo esplorato nuove funzioni per accompagnare il processo di trasformazione dell’edilizia - ha affermato Thomas Miorin. La crisi dell’edilizia è strutturale, il settore invecchia, c’è un nuovo mercato che sta nascendo che però è ancora fragile e  va accompagnato. Questa edizione di REbuild non punta a grandi proclami, ma a presentare la concretezza di progetti pilota, i numeri di business model che funzionano e casi realizzati di un nuovo modo di costruire. La via d'uscita è l’edilizia industrializzata che produrrà benefici e margini.Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, ha invece sottolineato come la decarbonizzazione, altro tema di REbuild, è tema centrale per tutti i paesi che dovranno, entro l’anno, presentare un programma clima energia con gli obiettivi e gli impegni che s’intendono rispettare per ridurre le emissioni di CO2. 

La scadenza mondiale obbliga l’Italia a fare i conti non solo sulle rinnovabile, ma a chiederci dove vogliamo andare, quali approcci metodologici dobbiamo inserire in un settore restio al cambiamento, come quello dell’edilizia. La decarbonizzazione può far ripartire l’edilizia. L’esperienza olandese ci dice che si possono dimezzare i costi. Possiamo moltiplicare per tre volte gli edifici da riqualificare. E’ un passaggio fondamentale, perché questi processi di innovazione non si arresteranno, se non saranno le aziende italiane a cogliere l’opportunità lo faranno le aziende estere. 

Ezio Micelli, presidente del Comitato Scientifico di REbuild, ha affermato che non è facile affrontare un tema come la decarbonizzazione.

Il settore dell’ambiente costruito - afferma Micelli - è chiamato a una radicale discontinuità. L’innovazione o è radicale o è inadeguata. Non è cambiando gli infissi che riusciamo a cambiare; dobbiamo pensare alla riqualificazione complessiva del patrimonio. Le tecnologie oggi ci sono.  Importante è  pensare all’innovazione non come appannaggio di elites, ma come un processo di rigenerazione di massa del nostro patrimonio. Sono 17 milioni le unità immobiliari costruite prima del ‘71 su cui si deve intervenire. Dobbiamo pensare ad una propagazione sistemica di questi fenomeni– ha concluso Micelli - ecco perché abbiamo messo a confronto domanda e offerta, chi offre tecnologia con chi la compra, in due sessioni una con Coima e una con NH Hotels.

Mark Farmer, autore del report “Modernize or Die”, e ospite della plenaria di chiusura ha presentato un’analisi del settore in generale con un excursus sull’Italia.

La forza lavoro invecchia, e i giovani oggi scelgono altri settori; anche in Italia avviene ed entro 2020 il 20% dei lavoratori del settore delle costruzioni avrà più di 55 anni. Dobbiamo coinvolgere i giovani e mostrare che le costruzioni possono essere un’opportunità, ma c’è bisogno di nuovi modelli di produzione e di modernizzazione. Possiamo cambiare il processo unendo manifattura e costruzioni e promuovendo la digitalizzazione del settore. Il BIM può essere un facilitatore: consente design digitale, produzione e assemblaggio in modo diverso rispetto alle costruzioni tradizionali. Il settore offsite deve imparare dai problemi che l’industria tradizionale ha avuto e crescere in modo sostenibile anche con l’aiuto di precise misure pubbliche di sostegno.

REbuild riprenderà a Milano, il 2 ottobre, nel suo secondo appuntamento annuale il discorso lanciato da Farmer sulle policy:  quali funzionano e quali mettere in atto,  per uscire dalla crisi, dopo aver sperimentato il suo modello di transizione in Inghilterra, Nuova Zelanda, Australia.

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