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Il Segretario Generale del MiBACT, Carla Di Francesco, ha aperto ieri il seminario dedicato alla prevenzione e riduzione del rischio sismico del patrimonio architettonico, che ha visto coinvolti nella Sala Spadolini del Collegio Romano tecnici e soprintendenti provenienti da tutta Italia.
“La ricostruzione degli antichi borghi colpiti dal sisma”, ha sottolineato Di Francesco, “deve procedere di pari passo sia per gli edifici storici non tutelati che per i beni culturali vincolati, preservando quanto più possibile il paesaggio. La prevenzione del rischio sismico, pur considerando che la sicurezza totale non è perseguibile, è fondamentale per la conservazione del patrimonio. Queste le conclusioni a cui sono giunti il gruppo di lavoro istituito dalla direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, che ha terminato i lavori un anno fa, e la commissione congiunta tra il Consiglio Superiore dei beni culturali e il Consiglio superiore dei lavori pubblici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Negli ultimi dieci anni abbiamo dovuto affrontare tre terremoti, di cui due catastrofici, che hanno esaltato le capacità di intervento e messa in sicurezza delle nostre soprintendenze, riconosciute a livello internazionale. Questa circostanza ha portato in primo piano il tema della prevenzione del rischio sismico, con una sua prima declinazione nella legge di Bilancio 2017, che all’articolo 1 comma 140 istituisce un fondo che ha permesso di approvare a febbraio di quest’anno un piano di programmazione dei lavori pubblici con 271 milioni di euro spalmati su cinque anni per interventi antisismici sul patrimonio culturale. Il piano è stato confermato e esteso nella legge di bilancio 2018 con ulteriori interventi nel biennio successivo. Un grande successo per il Mibact che ora ha risorse per avviare un piano nazionale di prevenzione del rischio sismico per i beni culturali”.
“Il Consiglio superiore – ha detto poi il Presidente Giuseppe Volpe - ha seguito molto da vicino gli effetti del sisma del centro Italia, incontrando a Matelica il 20 maggio di un anno fa le comunità locali e i tecnici delle nostre soprintendenze, che hanno lavorato con generosità e professionalità affrontando mille difficoltà. Il 10 novembre abbiamo fatto un sopralluogo al deposito di Spoleto, auspicando che le regioni attivino luoghi analoghi nei territori a rischio, e visitato Norcia e Camerino per capire come conciliare ricostruzione e continuità insediativa. Abbiamo apprezzato molto il lavoro compiuto, che ha fornito quegli elementi di conoscenza necessari alla ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato dal sisma”.

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