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Periferie, le proposte della commissione parlamentare e il parere degli architetti

Il Consiglio nazionale degli architetti plaude alla proposta contenuta nella Relazione conclusiva di individuare una responsabilità unica a livello governativo per l’attuazione di politiche urbane

mercoledì 20 dicembre 2017 - Redazione Build News

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Norme per rilanciare l'edilizia pubblica e realizzare case popolari. La riforma delle polizie locali e una maggiore integrazione con i data base di quelle nazionali. Una nuova legge sull'urbanistica che favorisca la rigenerazione urbana. Maggiore sostegno per tutte quelle realtà ed associazioni sociali che lavorano sul territorio per favorire l'integrazione. Il tutto con una spesa di 2,1 miliardi l'anno per almeno 10-12 anni. Sono queste le soluzioni a cui e' arrivata la Commissione parlamentare d'inchiesta sullo stato di degrado delle città italiane.

Il lavoro, di oltre un anno, della Commissione ha prodotto un dossier, votato all'unanimità con le sole astensioni di Fabio Rampelli e Vincenzo Piso, riassunto nel documento "Le linee evolutive: indirizzi e proposte" e diviso in 5 settori: urbanistica, politiche per la casa, sicurezza, rigenerazione urbana e sociale.

"Abbiamo toccato con mano e sul campo i problemi delle varie città - ha detto Andrea Causin, presidente della Commissione. La Commissione ha elaborato questa proposta dopo una serie di audizioni e molti sopralluoghi nelle città. Abbiamo quindi definito delle linee evolutive che non concludono il lavoro della commissione, che dovrà proseguire la prossima legislatura".

Per Roberto Morassut , membro della Commissione, che ha presentato le proposte: “le città non si possono più espandere, basta con il consumo di suolo. Dobbiamo avviare un serio programma di rigenerazione e rammendo. Per le politiche abitative, invece, pensiamo si debba tornare a fare edilizia pubblica per i ceti popolari ma senza espandere le citta'". Ed ancora: "abbiamo deciso di legare i temi dell'integrazione sociale e della sicurezza. Servono in primis riforme legislative, a partire da quella delle polizie locali, l'approvazione dei decreti sicurezza, norme a tutela della proprietà, contro le occupazioni abusive, che spesso sonoun vero flagello, e maggiore repressione sul tema dei roghi. Dobbiamo rafforzare la presenza dello Stato con forme di rigore. Ma allo stesso tempo serve un'azione di inclusione sociale: ci sono tanti comitati che fanno cose bellissime e suppliscono il pubblico. Sono energie da valorizzare e rafforzare".

CAPPOCHIN (ARCHITETTI) “BENE COMMISSIONE PARLAMENTARE”, PROPOSTA DI UNA UNICA RESPONSABILITÀ A LIVELLO GOVERNATIVO FA SPERARE IN UN CAMBIO DI ROTTA. “E’ quello che gli Architetti italiani auspicano da tempo”. Ha commentato così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori la proposta contenuta nella Relazione conclusiva sull'attività svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, di individuare una responsabilità unica a livello governativo per l’attuazione di politiche urbane.

“E’ indispensabile tornare a investire nelle città - sottolinea - nella tutela e valorizzazione del paesaggio, nella messa in sicurezza idrogeologica e sismica delle aree esposte a eventi calamitosi, nella risoluzione dei problemi legati alle precarie condizioni di buona parte del patrimonio edilizio.

Abbiamo bisogno di evolvere le tecniche dell’abitare e di produrre modelli che favoriscano la sostenibilità ecologica ed economica. Ed è giusto dunque che la politica si assuma in prima persona ed ai massimi livelli questa non lieve responsabilità”.

“È finora mancata una strategia nazionale con principi chiari e unitari in grado di indirizzare e promuovere modalità di intervento strutturali e non straordinari. Infatti sono state prodotte nel nostro Paese un insieme di iniziative scollegate, settoriali, non sempre coerenti, per le quali si è spesso parlato impropriamente di rigenerazione urbana, certamente non comparabile rispetto al quadro delle politiche di livello internazionale. In Italia si riproducono ancora locuzioni ormai superate, quali “interventi straordinari, aree degradate, misure urgenti”.

“Quanto proposto dalla Commissione - conclude - fa ben sperare in una effettiva inversione di rotta che dovrà trovare concreta attuazione sin dall’avvio della ormai imminente 18a Legislatura.”

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