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Con i soli voti del gruppo Pd - astenuti Lega Nord, Si, misto-Mdp e AltraEr, e voto contrario di M5s, Fi e Fdi-An – l'Assemblea regionale dell'Emilia-Romagna ha approvato le nuova legge, d’iniziativa della Giunta, che modifica due leggi regionali, la 15/2013, “Semplificazione della disciplina edilizia”, e la 23/2004, “Vigilanza e controllo dell’attività edilizia”, recependo la nuova normativa statale.
“Rivitalizzare gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, semplificando la normativa, pur senza perdere il timone”, spiega il relatore di maggioranza Giorgio Pruccoli (Pd). “Lo Sportello unico si rafforza – aggiunge – diventando l’interlocutore esclusivo del cittadino con compiti di controllo in tempi certi. La modulistica viene ridotta e unificata, sarà previsto un regolamento edilizio tipo, verranno garantiti meno costi e più facilitazioni per allineare lo stato di fatto che presenta lievi difformità rispetto allo stato legittimato”.
Pruccoli sottolinea, infine, la volontà di superare la “diffidenza” di utenti e tecnici nei confronti dell’amministrazione per le lungaggini burocratiche in questo settore.
“Una legge prettamente tecnica”, la definisce il relatore di minoranza Massimiliano Pompignoli (Lega nord), che sottolinea i due punti critici che il testo dovrebbe risolvere. In primo luogo, l’uniformità nell’interpretazione delle norme e, in secondo luogo, sanare le minime difformità tra stato di fatto e di diritto soprattutto in immobili datati. Molti tecnici – a suo dire – denunciano difformità di trattamento in Comuni anche vicini tra loro. Unificare l’interpretazione è quindi un obiettivo condivisibile che, tuttavia, nei fatti – rileva – potrebbe essere difficilmente verificabile, visto che non sono previsti strumenti per il suo immediato e uniforme recepimento. Anche per quanto riguarda la “sanatoria delle difformità” dovrebbe essere specificata la misura percentuale in cui gli edifici possono essere sanati, per non venir meno agli obiettivi della legge.
La legge diventerà operativa il primo luglio 2017, secondo quanto previsto da un emendamento accolto a maggioranza dall’Aula.

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