Tecnologie innovative

Filtri d’aria in nanofibre per bloccare le particelle di PM2,5

Dalla National University of Singapore una soluzione in nanofibre che, aggrappandosi a un non tessuto, lo trasforma in un filtro d’aria in grado di rimuovere il 90% di PM2,5

venerdì 31 marzo 2017 - Erika Seghetti

filtri nanofibre

Gli scienziati della National University of Singapore (NUS) hanno sviluppano un’innovativa soluzione che trasforma una maglia di non tessuto in filtri dell'aria in grado di bloccare le particelle PM2,5. Utilizzando la ftalocianina, un composto chimico comunemente usato nella tintura, il team ha ingegnerizzato le molecole organiche che possono auto-organizzarsi, in modo simile alla sovrapposizione di blocchi cementizi, per realizzare nanoparticelle e successivamente nanofibre. Quando applicate a una maglia di non tessuto queste nanofibre - che esistono sotto forma di soluzione organica - si "aggrappano" al materiale creando dei filtri d’aria sottili che riescono a rimuovere fino il 90% di particelle PM2,5. La tecnologia è stata mostrata ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 20 marzo.

PM2,5, fra le particelle più nocive
Le particelle inquinanti PM2,5 hanno un diametro inferiore ai 2,5 micron, ovvero sono 30 volte più piccole di un capello, e sono fra le sei sostanze più inquinanti. Un’esposizione prolungata a questo particolato è considerata altamente dannosa per la salute umana.

Una migliore ventilazione rispetto ai filtri tradizionali
L’innovativo filtro sviluppato dai ricercatori consente inoltre una migliore ventilazione rispetto ai filtri convenzionali (stimata 2,5 volte superiore) ed è in grado di fungere da schermo anche per i raggi UV nocivi.
I comuni filtri d’aria vengono misurati in base a un parametro chiamato ‘fattore di qualità’ che dipende da due sotto-fattori: efficienza di filtrazione delle particelle e permeabilità all'aria. Gli attuali sistemi utilizzati hanno un’elevata efficienza di filtrazione ma i valori di permeabilità all’aria sono ancora molto bassi, con la conseguenza di un ‘fattore di qualità’ modesto.
L’innovazione sviluppata dal NUS, stando si test eseguiti, raggiunge invece un fattore di qualità doppio rispetto alle soluzioni disponibili sul mercato.

Proprietà antibatteriche allo studio
Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Small e i ricercatori hanno depositato il brevetto della tecnologia. In questo momento il team è impegnato nella ricerca di soluzioni che possano migliorarne alcuni aspetti e aggiungerne funzioni, come quella antibatterica.
Un ulteriore passo in avanti potrebbe essere quello di una estrema semplificazione della soluzione, che potrebbe essere messa a disposizione come kit domestico, quindi installabile da chiunque.

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