Tecnologie innovative

CICLoPE: rilevate le impronte della turbolenza

CICLoPE: rilevate le impronte della turbolenza Grazie all’ausilio di sofisticati sensori sono state rilevate le “impronte” delle strutture turbolente all’interno della galleria del vento ‘Long Pipe’ nel CICLoPE dell’Alma Mater di Bologna

lunedì 27 febbraio 2017 - Erika Seghetti

ciclope

Il CICLoPE (Centre for International Cooperation in Long Pipe Experiments) a Predappio (Forlì-Cesena) ha raccolto i primi risultati. Nel Long Pipe del laboratorio dell’Università di Bologna, una galleria del vento sperimentale e unica al mondo per precisione, inaugurata nel marzo del 2015, per lo studio delle turbolenze aeree, sono state rivelate le “impronte” che le strutture turbolente presenti nell’aria lasciano sulla superfice dei corpi in movimento. Le strutture turbolente individuate sono responsabili della gran parte della resistenza aerodinamica dei mezzi di trasporto come treni e aeromobili. 

Da una maggiore comprensione di queste strutture potranno essere in futuro elaborate nuove strategie per la riduzione della stessa resistenza con significativi vantaggi in termini di diminuzione dei consumi e del rilascio di sostanze inquinanti. 

I test sperimentali, eseguiti da un gruppo di scienziati australiani dell’Università di Melbourne insieme ad un gruppo di inglesi dell’Università di Southampton, coadiuvati dal team di ricercatori dell’Alma Mater di Bologna, proseguiranno fino al prossimo 3 marzo.



Il problema della turbolenza e le sue applicazioni

Lo studio della turbolenza ad alti numeri di Reynolds ha applicazioni sia in campo tecnologico che ambientale. Il forte interesse è legato al fatto che le equazioni che governano i moti turbolenti, pur essendo note, sono praticamente impossibili da risolvere in forma teorica. La mancanza di una soluzione teorica impedisce di formulare dei modelli fisico-matematici sufficientemente accurati. Per questo, il problema della turbolenza è riconosciuto come uno dei problemi irrisolti della fisica contemporanea. Da un punto di vista applicativo, questo si traduce nell’impossibilità di stimare con la necessaria precisione il consumo di carburante di un moderno velivolo da aviazione civile, di valutarne correttamente le emissioni e di prevedere la successiva dispersione degli inquinanti prodotti dai motori endotermici. Allo stesso modo, la mancanza di una adeguata comprensione della turbolenza ci impedisce di formulare previsioni accurate in molti altri campi, come l’ambiente e la meteorologia.

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