Efficientamento energetico

Ecobonus, l'81% degli italiani chiede che venga rafforzato

Nuovo rapporto “Gli Italiani e il solare – Rinnovabili ed efficienza”: l’89% degli italiani chiede di ripristinare gli incentivi al solare

lunedì 28 novembre 2016 - Redazione Build News

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L’85% degli italiani ritiene che l’Italia in futuro dovrebbe puntare sull’energia solare e il 67 % su quella eolica. È quanto emerge dalla XIV edizione del rapporto “Gli Italiani e il solare – Rinnovabili ed efficienza”, realizzato dalla Fondazione UniVerde e IPR Marketing in collaborazione con Cobat, presentato in occasione del IX Forum Qualenergia?.

Si conferma ancora una volta il favore verso le fonti alternative piuttosto che per quelle tradizionali come il carbone, il nucleare, il gas metano e il petrolio (che raggiungono totalmente appena il 13%). Il 90% del campione (dato che si mantiene invariato rispetto allo scorso anno) non ha dubbi sui benefici che l’energia solare può avere per l’ambiente e la considera del tutto sicura. Il 65% ha pensato di utilizzarla ma scegliere questa nuova fonte energetica è ancora burocraticamente troppo difficile (per il 63%); troppo caro da sostenere e da gestire (per il 51%); dispendioso (per il 48%) e tecnicamente complesso (per il 36%).

Nonostante la valutazione di alcuni aspetti negativi, i dati raccolti nel novembre 2016 registrano come gli italiani siano favorevoli a raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile (il 75%). A tal proposito, come nella scorsa analisi, l’89% considera necessario da parte del Governo ripristinare gli incentivi al solare. Se si facilitasse l’autoconsumo e la burocrazia, il 53% sarebbe disposto a installare pannelli fotovoltaici. Positiva anche la prospettiva futura sul mercato energetico che per la prima volta entra nella rilevazione. Oltre il 60% pensa che ci sarà un netto passaggio alle rinnovabili e solo il 2% ritiene che continueremo a dipendere dalle fonti fossili.

Carbon tax. L’83% (stessa percentuale del 2015) è favorevole alla carbon tax sulle attività che producono emissioni di CO2. Sul primato che l’Italia potrebbe avere nel settore dell’energia solare, il campione (57%) sottolinea i vantaggi nel generare posti di lavoro.

Efficienza energetica. Rispetto all’efficienza energetica delle abitazioni, il 61%, valutando il livello energetico della propria casa, risponde che è sicuramente da migliorare con interventi per contenere gli sprechi (solo il 30% li ha già ridotti) come ad esempio rivestimenti esterni con isolanti; impianti fotovoltaici e pannelli solari per l’acqua calda. L’”ecobonus”, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, è giudicato positivamente dal 69% del campione e andrebbe rafforzato per l’81%.

«Gli italiani sostengono sempre più il solare e l'ecobonus e chiedono nuovi incentivi, economici e burocratici, anche per lo storage. Sono scettici – afferma Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde – sulla credibilità di una classe politica sempre meno attenta all'ambiente, se non a parole, e sono giustamente preoccupati per l'impatto di Trump sulla lotta ai cambiamenti climatici. Credo che la legge di stabilità, dopo la ratifica dell'Accordo di Parigi, dovrebbe coerentemente sostenere il rilancio di rinnovabili, storage e riciclo e magari anche dire stop al carbone e alle trivellazioni. Questa sarebbe una risposta all'accusa di ipocrisia che emerge da questo rapporto in direzione dei nostri governanti».

Sistemi di accumulo. Anche in questa edizione, il rapporto include un focus su: “Storage e Recycling”. Il target conferma la sua conoscenza sui sistemi di accumulo di energia, batterie che consentono di conservare l’energia prodotta per utilizzare al meglio le rinnovabili che sono discontinue. Per il 71% dovrebbero essere incentivati. L’80% investirebbe in un sistema combinato di moduli fotovoltaici e batterie per utilizzare l’energia anche in assenza di sole.

«In un futuro non troppo lontano – dichiara Giancarlo Morandi, presidente di Cobat – ogni casa sarà in grado di produrre energia pulita da fonti rinnovabili grazie, ad esempio, ai moduli fotovoltaici installati sul tetto, e di conservarla, attraverso delle batterie che sono sempre più compatte e alla portata di tutti. Si tratta di una rivoluzione energetica che è già in atto e Cobat, da anni, è al lavoro per non farsi trovare impreparato. Il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, che da oltre 25 anni si occupa di dare nuova vita alle batterie, è stato il primo in Italia ad avviare una prima filiera del riciclo dei moduli fotovoltaici. In questo modo, evitiamo che le fonti rinnovabili producano rifiuti pericolosi, trasformandosi piuttosto nel più virtuoso esempio di economia circolare».

Riciclo a fine vita dei pannelli solari. Si conferma anche quest’anno un livello di disinformazione molto alto sul riciclo a fine vita dei pannelli solari, ma il 93%, se dovesse installare un impianto, acquisterebbe, possibilmente a parità di prezzo, i moduli da produttori che ne garantiscano il ritiro gratuito e il corretto smaltimento. Il 63%, infatti, pensa sia importante anche incentivare questo tipo di riciclo.

Cambiamenti climatici. Sui cambiamenti climatici, il 94% non ha dubbi che il clima negli ultimi anni sia cambiato e per il 71% è un’emergenza da affrontare. C’è poca fiducia sull’atteggiamento dei Governi considerati ipocriti e incoerenti nell’affrontare la questione climatica (54%). Più del 60% del campione dichiara che con l’elezione di Donald Trump, nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America, ci sarà un peggioramento sulla tutela ambientale perché (per il 68%) favorirà gli interessi delle lobby petrolifere e non rispetterà l’Accordo di Parigi e l’impegno di ridurre le emissioni di gas serra e di contenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi, bloccando così anche lo sviluppo delle rinnovabili. L’Europa, rispetto all’Accordo di Parigi, raggiunto durante la COP21, e alla nuova elezione di Trump, dovrebbe andare avanti con determinazione anche senza l’appoggio degli Stati Uniti (per il 41%) oppure vincolarli agli impegni presi (32%).

Aumenta anche la sfiducia sugli accordi presi a Parigi considerati per il 73% degli intervistati sono solo buone intenzioni che non saranno effettivamente messe in pratica.

Per la prima volta, il 68% degli italiani dichiara che voterebbe per un politico attento alle questioni ambientali. Il 59% sostiene che rispetto al 2007, quando fu definita la strategia europea 20/20/20 sui cambiamenti climatici, i politici in tema di ambiente non si impegnano per nulla e che l’ambiente sia diventato un tema del tutto ignorato dalla classe politica.

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