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Con 21 voti favorevoli e quattro contrari, il Consiglio regionale delle Marche ha approvato la proposta di legge che proroga di due anni il Piano casa - Modifica alla legge regionale 8 ottobre 2009 n. 22 "Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile".
La proposta di legge è stata presentata lo scorso luglio dai consiglieri di maggioranza Biancani, Giacinti, Micucci, Giancarli del Pd e Rapa (Uniti per le Marche - Socialisti). Al testo iniziale, contenente la sola proroga al 31 dicembre 2018 e l'invarianza finanziaria, la Terza commissione Governo del territorio ha aggiunto ulteriori modifiche, aggiornando gli incentivi per l'adeguamento sismico degli edifici esistenti. In particolare "al fine di promuovere l'adeguamento sismico del patrimonio edilizio regionale, le percentuali di ampliamento ammesse sono incrementate del 15% della volumetria o della superficie utile lorda, qualora l'intervento da realizzare preveda anche un adeguamento sismico della struttura portante dell'intero edificio esistente".
La proposta è stata introdotta dai relatori Andrea Biancani, per la maggioranza, e Peppino Giorgini (M5s) per la minoranza. “Questa legge è molto importante perché va a sistemare alcuni aspetti legati agli adempimenti per la normativa sismica e introduce nuovi incentivi – ha sostenuto Biancani - Il piano casa è una normativa che si applica nel patrimonio edilizio esistente, non è una legge che fa consumare ulteriormente il suolo, ma promuove il suo miglioramento. Importante la proroga di due anni e non di uno, per permettere ai cittadini di organizzarsi. E’ un piano che consente a numerose imprese di lavorare e che crea economia”.
Nel nuovo articolato è stata inserita anche una modifica all'articolo 35 della Legge 33 del 4 dicembre 2014 (Assestamento di bilancio 2014), per recepire una sentenza della Corte costituzionale dello scorso luglio. Il nuovo testo ammette interventi edilizi in deroga ai limiti fissati dal D.M. 1444 del 1968 (distanze tra fabbricati), fermo restando il rispetto delle norme del Codice Civile, solo "nell'ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali ad un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali". Su questo aspetto si è soffermato il relatore di minoranza Giorgini che durante l’iter in Commissione aveva suggerito di “chiedere un parere dell’Avvocatura di Stato per evitare che nuovamente venga impugnato il Piano Casa”. “Credo che questa legge debba essere riportata in commissione, il rischio è che tra un anno ci sia una nuova impugnazione della Corte Costituzionale” – ha concluso Giorgini, annunciando voto contrario.

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