


-
Beni strumentali, semplificate le procedure della Nuova Saba...
-
Centro Studi CNI: negli ultimi 4 anni il numero delle donne ...
-
Superbonus 110% per interventi realizzati su unità collabent...
-
Bonus 110%: la Risposta n. 162 dell'8 marzo 2021 dell'Agenzi...
-
Distanze tra edifici: nuova sentenza del Consiglio di Stato
-
Nel 4° trimestre 2020 otto agenti immobiliari su dieci hanno...
-
Illuminazione delle gallerie stradali, pubblicata la norma U...
-
Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ...
-
Panasonic amplia la gamma Aquarea con la nuova T-CAP monoblo...
-
Contributi ai Comuni per investimenti in progetti di rigener...
-
Posa in opera di serramenti, pubblicata una nuova norma UNI
-
Procedure d'urgenza, da Anac indicazioni per la richiesta de...
-
Bonus Facciate: nuovi chiarimenti dall'Agenzia delle entrate
-
Commissione Centrale Tecnica di UNI: gli esiti della prima r...
-
Sismica, nuovo decreto dirigenziale della R. Calabria
-
Superbonus 110% e difformità urbanistica: presentata interro...
-
Anac: boom di appalti senza gara, +41% in quattro mesi
-
Bonus idrico, i termini per il decreto attuativo sono scadut...
-
Bonus Casa e sistema della cessione del credito/sconto in fa...
-
Difesa dello strumento del concorso di progettazione, gli Ar...
-
Contratti pubblici: nel 2° quadrimestre 2020 il mercato rito...
-
Qualità dell'Abitare, il 16 marzo scade la prima fase per la...
-
La Ragioneria dello Stato boccia il disegno di legge per la ...
-
L'Agenzia delle entrate si affida all'intelligenza artificia...
Sull’onda della sharing economy i condomini tornano a essere collaborativi, in un’ottica di risparmio e miglioramento della qualità della vita in casa. Secondo un sondaggio condotto da Immobiliare.it (www.immobiliare.it), infatti, il 22% di chi vive in condominio ha sviluppato una o più attività di aiuto reciproco con i vicini di casa.
Il sondaggio, condotto su un campione di oltre mille individui distribuiti su tutto il territorio nazionale, ha evidenziato come allo stereotipo dei vicini chiusi nel proprio mondo e con cui scambiarsi a malapena un saluto, si possa accostare un sistema di mutuo sostegno e supporto che coinvolge diversi aspetti della vita in casa: dalla gestione di alcune incombenze fino ad arrivare allo sviluppo di attività ricreative.
Il 44% di chi dichiara di vivere in un condominio collaborativo condivide con il gruppo di vicini, gratuitamente o a prezzo scontato, competenze professionali: piccoli lavori di idraulica, riparazioni del pc, cucito, servizi di estetica e molto altro ancora. Segue, con una percentuale del 36,9%, lo scambio di oggetti che non servono più: vestiti in primis, ma anche libri, elettrodomestici e pezzi d’arredamento passano da una porta all’altra in un’ottica di risparmio a chilometro zero.
Non solo oggetti però: ci si supporta in caso di bisogno, in primis per curare gli animali (23,7%) ma pure per la gestione dei bambini – il 16% degli intervistati dichiara di alternarsi con i vicini per accompagnarli e riprenderli da scuola, mentre il 5% condivide la babysitter o si offre di tenere a bada i figli del dirimpettaio quando questi non può. Anche attorno agli anziani si cerca di fare “gruppo”: tra le attività in cui è alto l’apporto dei vicini di casa c’è proprio l’assistenza ai nonni, per i quali è utilissima anche la semplice compagnia (5,4%) o la spesa.
Il concetto di “sharing” si applica anche alla tecnologia: il 16% dichiara di condividere l’ADSL e il 5,7% di dividere i costi per l’accesso ai servizi di TV on demand (come Netflix o Infinity). Diventano collettive anche le attività connesse al verde e alla pulizia degli spazi comuni: si cura a turno il giardino condominiale o si annaffiano le piante del vicino quando è in vacanza (6,8%); si pulisce o si gestisce a turno la spazzatura condominiale nel 5,7% delle risposte.
Non mancano, ovviamente, idee più originali: c’è chi ha organizzato un vero e proprio sistema di controllo notturno delle case in caso di assenza e chi ha creato gruppi di acquisto, alimentare e non, fino ad arrivare alla gestione di un orto comune, o all’organizzazione di attività ludico-ricreative per bambini e adulti.
Ma come si comunicano queste iniziative o le richieste di aiuto e favori? A vincere rimane il passaparola, a cui ricorre il 57% del campione che dichiara di essere inserito in una rete di supporto tra vicini. Ma vengono citate anche strategie più strutturate: il 21,9% dichiara di avere un gruppo WhatsApp per raggiungere tutti in maniera immediata, mentre il 19,3% utilizza la buona e vecchia bacheca nel portone di casa. Se sono in pochi ad indicare il portinaio come tramite delegato a queste comunicazioni (solo il 7% lo cita) quasi il 5% ha creato ed utilizza un gruppo Facebook, una comodità anche per condividere notizie, foto e segnalazioni di ogni genere.

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.