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Il Senato ha approvato ieri tre mozioni sull'adeguamento delle infrastrutture idriche.
La mozione a firma Ap impegna il governo a salvaguardare le attività poste in essere prima dalla struttura tecnica commissariale e successivamente dai competenti dipartimenti del ministero delle Politiche agricole, per assicurare la continuità e il completamento delle iniziative tese a chiudere i contenziosi in atto, a selezionare le opere irrigue di rilevanza nazionale di nuova programmazione, a valutare progetti di investimento per l'autosufficienza energetica degli enti irrigui nazionali; ad avviare, nel rispetto delle competenze regionali, una seria riflessione sul modello di governo dei consorzi di bonifica al fine di garantire una gestione più trasparente.
Il testo a firma M5s, impegna l'esecutivo a contenere la proliferazione normativa che preclude un'efficace attività dei consorzi; a fornire indicazioni di indirizzo generale per rendere più omogenee le legislazioni regionali e rafforzare la qualità dei processi di produzione agricola; a sollecitare le Regioni, nel rispetto del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, affinché provvedano a un riordino normativo che definisca le competenze dei vari enti operanti sul territorio e consentano un'efficiente bonifica per la difesa del suolo.
Infine, la mozione Si-Sel impegna il governo ad avviare un monitoraggio completo delle opere necessarie alla rete infrastrutturale idrica, segnalando in particolar modo le opere avviate ma non completate; a garantire, per la cantierizzazione degli interventi, l'impiego immediato delle risorse disponibili nel piano irriguo nazionale, portando le risorse disponibili per il periodo di 2014-2020 a circa 800 milioni di euro; a dare priorità agli interventi nei territori interessati da fenomeni di siccità, con particolare riguardo alle regioni del Sud Italia; ad integrare l'implementazione del risparmio idrico tra i criteri centrali degli interventi; a procedere ad una riorganizzazione del sistema dei consorzi di bonifica; a valutare la possibilità di elaborare, d'intesa con le Regioni, un piano per la realizzazione di piccoli invasi gestiti da consorzi di agricoltori.

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