


-
Ripresa a febbraio per il mercato pubblico della progettazio...
-
Superbonus 110% e limite massimo di 4 unità immobiliari: int...
-
Ecobonus e sismabonus: la risposta n. 133 del 2 marzo 2021 d...
-
Condomini composti solo da unità residenziali: Iva ridotta 1...
-
Basta con i ritardi nell'aggiornamento dei Prezzari opere pu...
-
Superbonus 110%, efficacia anticiclica frenata dalla burocra...
-
Rating di legalità, l'Antitrust avvia rilevazione per valuta...
-
Certificati bianchi e cogenerazione ad alto rendimento: novi...
-
Rigenerazione urbana: il testo unificato dei disegni di legg...
-
Rigenerazione urbana, a Urbanpromo i progetti di Fondazione ...
-
Covid-19, in Gazzetta il Dpcm 2 marzo 2021 firmato da Draghi
-
Aler Milano, Superbonus 110% per la riqualificazione delle c...
-
Superbonus 110%, da ENEA una Faq sui prezzi per il rilascio ...
-
Gare Consip: semplificato lo svincolo delle cauzioni per i c...
-
Milleproroghe 2021: in vigore la legge di conversione pubbli...
-
Intervento radicale di ristrutturazione edilizia: chiariment...
-
Dal 1º marzo le nuove etichette energetiche UE. In vigore an...
-
Superbonus e ecobonus: accordo ANFIT e Crédit Agricole per l...
-
Tariffa applicata dalle SOA per l’esercizio dell’attività di...
-
Compravendite e mutui di fonte notarile, crollo del 17,3% ne...
-
Agevolazioni prima casa e riacquisto all'estero: chiarimenti...
-
Governo Draghi, Assistal: più attenzione ai servizi e no all...
-
Covid-19, Inarsind Toscana: i liberi professionisti, al pari...
-
Etichette energetiche elettrodomestici, in vigore il nuovo r...
Nei primi sei mesi del 2016 il prezzo del kilowattora per le imprese italiane con consumi medio-bassi, tra 20 e 500 MWh annui, è diminuito del 6%, attestandosi a 17,7 centesimi di euro, rispetto ai 18,9 centesimi dello stesso periodo del 2015. Di conseguenza, la forbice tra il prezzo italiano e quello medio Ue si è ridotta in termini assoluti da 6,3 centesimi di euro dello scorso anno (+50%) a 5,5 centesimi (+45%).
È quanto emerge dell’analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA (disponibile sul portale dell’Agenzia) che evidenzia inoltre una diminuzione dei consumi totali di energia primaria (-1%) e delle emissioni di CO2 (-1,4%) e un prezzo del gas naturale ai minimi degli ultimi cinque anni (al di sotto dei 25€/MWh), in particolare per le imprese “energivore” con consumi annui sopra i 25 milioni di m3.
Dall’analisi trimestrale emerge anche un miglioramento dell’Indice ISPRED, Indice di Sicurezza energetica, PRezzo dell’Energia e Decarbonizzazione, elaborato da ENEA per misurare insieme gli obiettivi di decarbonizzazione al 2020 e al 2030, i prezzi dell’energia e la sicurezza energetica nazionale. “Combinando le tre dimensioni del cosiddettotrilemma energetico sintetizzato dall’ISPRED, a metà 2016 complessivamentel’Italia presenta un grado di soddisfacimento del 64%, in aumento rispetto al 61% raggiunto lo scorso anno”, spiega Francesco Gracceva, dell’Unità Studi e Strategie ENEA, responsabile del gruppo di ricerca che ha curato l’analisi.
Nei primi sei mesi del 2016 i consumi di energia primaria risultano in leggera diminuzione (-1%), in parte attribuibile al minor consumo di gas per il riscaldamento a causa del clima mite. È invece aumentato il ricorso al gas naturale sia per la generazione elettrica (+10%) che per la produzione industriale (+2,5%). Nel settore elettrico, la generazione da fonti rinnovabili non programmabili ha raggiunto un valore medio pari al 14% della domanda, sui livelli del massimo storico del primo semestre 2015.
Le emissioni di CO2 sono tornate a scendere nel semestre (-1,4%), in particolare quelle legate alla generazione elettrica (-6%), a causa del minor ricorso a combustibili solidi (-20%). Le emissioni si sono ridotte anche nel settore civile (-2,6%), mentre crescono nei trasporti (+2,3%).
Nel primo trimestre del 2016 è anche diminuito l’import netto di greggio; in particolare sono diminuite le importazioni dalla Libia e dall’Arabia Saudita, mentre sono aumentate quelle dal resto dell’Africa e dal Medio Oriente. Dopo la ripresa del 2015, sono leggermente peggiorati gli indicatori relativi alla raffinazione, con i margini nuovamente in flessione.
La domanda complessiva di gas naturale è aumentata dell’1,4%, restando comunque molto al di sotto dei massimi storici, così come la punta di domanda annuale (384 milioni di m3/giorno). Si registra, infatti, un significativo aumento dell’import dall’Algeria e una crescita delle importazioni di gas naturale liquido pari a circa 1 milione di m3/giorno. L’import dalla Russia resta vicino ai massimi registrati nel 2015, mentre è in calo quello da Nord Europa e Libia.

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.