


-
Criteri per la prevenzione e protezione antincendio nei luog...
-
Utilizzo del CSS nei cementifici: indirizzi dalla Regione Lo...
-
Bando Sport e Periferie 2020, incrementate le risorse con al...
-
Superbonus 110%, Anci: sbloccare i fondi per le assunzioni s...
-
Cantieri piccoli comuni, prorogati i termini per l'avvio
-
Milleproroghe 2021: le novità per il settore delle costruzio...
-
Bonus 110%: aggiornate le FAQ ENEA
-
Ecobonus, aggiornato il vademecum ENEA sulle caldaie a bioma...
-
Analisi online dei consumi energetici delle imprese: da Asso...
-
OICE: nel 2020 in aumento del 17% le gare BIM per progettazi...
-
Bando Isi 2020: dal 1° giugno 2021 le imprese possono accede...
-
Il futuro del riscaldamento a legna e pellet: il Libro Bianc...
-
Fatturato dei servizi: nel 4° trimestre 2020 calo contenuto ...
-
Costo dei materiali da costruzione, Artale e Danzi (FINCO) c...
-
Ventilazione meccanica nelle scuole, al via il bando nella r...
-
Superbonus 110%, ecobonus e bonus ristrutturazioni per impre...
-
Il Milleproroghe 2021 è legge. Tutte le misure
-
Liguria: approvate modifiche alla legge urbanistica del 1997
-
Etichette energetiche, dal 1° marzo si cambia. Ma i consumat...
-
Da UNICMI il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio 20...
-
Messa in sicurezza di edifici e territorio: il decreto del m...
-
Covid-19, Corte costituzionale: spetta allo Stato, non alle ...
-
Riconoscimento delle qualifiche professionali in UE: nuova s...
-
Imposta di registro e imposte ipotecarie e catastali: la ris...
"Non è il caldo, è l'umidità." Quante volte abbiamo sentito questa frase, rispondente alla realtà, in riferimento ai disagi causati dalle condizioni metereologiche? Lo stesso principio vale anche per i malfunzionamenti dei data center. A rivelarlo è uno studio redatto dalla Rutgers University, in collaborazione con GoDaddy e Microsoft, intitolato "Environmental Conditions and Disk Reliability in Free-cooled Datacenters" (PDF IN ALLEGATO) da cui emerge che le probabilità di guasti ai controllori e adattatori aumentano considerevolmente all’aumentare dei livelli di umidità.
Il free-cooling aumenta le performance, ma crea umidità
Il report rileva che gli operatori di data center di grandi dimensioni stimano annualmente un valore di Power Usage Effectiveness (PUE) dell’1,1-1,2, il che significa che solo il 10% -20% di energia viene consumata non per le operazioni di calcolo ma per i processi di raffreddamento. Un percentuale in netto calo rispetto a 7-8 anni fa quando i punteggi si assestavano intorno a 3. Questo miglioramento dipende soprattutto dai processi, ormai molto diffusi, di ‘raffreddamento a evaporazione diretta’ o ‘free-cooling’, che abbassa la temperatura utilizzando il calore latente dell’evaporazione, trasformando l’acqua in vapore acqueo. Un processo che aumenta l’efficienza del sistema ma che fa schizzare la percentuale di umidità al 90%. Danneggiando i componenti del sistema e bloccando il processo evaporativo.
Le prove sono state effettuate su più di un milione di unità in nove data center Microsoft per un periodo da un anno e mezzo a quattro anni.
Le soluzioni per risolvere la problematica
Come risolvere il problema? Una delle conclusioni degli analisti è che bisognerebbe investire maggiormente in dispositivi di monitoraggio dei tassi di umidità e in operazioni manutentive. Sarebbe poi buona prassi il posizionare l’hard disk dei data center sul retro del server, l’area più calda ma meno umida. Perché il calore in molti casi contrasta l’umidità e l’umidità, come dicevamo in apertura, è un fenomeno molto più dannoso dell’eventuale surriscaldamento.
Una soluzione: il free-cooling
Oltre alla temperatura, anche l’umidità dell’aria rappresenta un parametro vitale per il corretto
funzionamento dei server e dei componenti del sistema di calcolo. Al superamento della soglia critica di temperatura, i server potrebbero arrestarsi automaticamente e i servizi forniti potrebbero interrompersi o funzionare a intermittenza.
Per questo motivo si adottano diverse soluzioni per garantire il raffreddamento dei sistemi informatici. Una fra queste è il free-cooling che ha, come controindicazione, l’incremento dell’umidità dell’aria. Quando temperatura e umidità sono elevate aumenta la probabilità che quest’ultima si possa condensare sulle superfici più fresche diventando un pericolo potenziale per hard-disk e tape. Monitorare la temperatura e l’umidità 24/7 e gestire, in tempo reale, gli allarmi è quindi fondamentale per il responsabile del CED.
CONTENT ADVERTISING Testo Saveris 2 è un datalogger WiFi che viene gestito da un'applicazione Cloud inclusa che consente alpersonale autorizzato di ricevere e-mail e SMS (opzionale) di allarme e di visualizzare temperatura eumidità direttamente sul proprio Smartphone, Tablet o PC dotati di un comune browser. Testo Saveris 2 è semplice da installare ed è subito operativo. Saveris 2 esiste in 5 modelli diversi permonitorare temperatura, umiditá e anche lo stato della porta (aperta / chiusa). Maggiori informazioni sul sito: www.testo.it |

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.