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“Il Jobs act sul lavoro autonomo è un atto di equità che riconosce il valore e la dignità del lavoro autonomo e professionale. Siamo favorevoli alle garanzie introdotte dal nuovo Statuto, tuttavia vi è il rischio che le finalità di tutela possano essere vanificate da disposizioni difficilmente applicabili e formule indefinite”. Con queste parole il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, si è espresso oggi davanti alla Commissione Lavoro del Senato, dove sono cominciate le audizioni sui disegni di legge per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e sul lavoro agile.
«Il ddl riguarda principalmente i rapporti di lavoro autonomo prestati in via continuativa senza specificare cosa si intenda con tale concetto. La disciplina proposta per il recesso poi non prevede termini precisi. Tutto ciò rischia di generare contenzioso. Per una auspicata simmetria delle posizioni contrattuali sarebbe opportuno che le citate disposizioni riguardassero sia il lavoratore autonomo/professionista sia il committente».
I NODI ANCORA DA SCIOGLIERE. «Molte misure introdotte nei disegni di legge all'esame della Commissione Lavoro del Senato vanno certamente nella giusta direzione, basti citare la norma che rende universale la partecipazione dei professionisti ai bandi europei, ampliando quanto già previsto dalla legge di stabilità» ha continuato il presidente di Confprofessioni «ma potrebbe essere utile inserire nel disegno di legge ulteriori disposizioni di sostegno alla libera professione. Bisogna eliminare la doppia tassazione che grava sulle Casse professionali e armonizzare la disciplina sull'Irap individuando parametri precisi al fine di risolvere un annoso problema, che ha causato enorme contenzioso. Va altresì reso pienamente operativo lo strumento delle società tra professionisti».

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