Progetti

Diffusori lineari Trox per il Museo Storico Alfa Romeo

Tutte le utenze di impianto sono dotate di un sistema di monitoraggio dei consumi, che consente di individuare subito eventuali anomalie

giovedì 5 novembre 2015 - Redazione Build News

Trox 04

Ha riaperto i battenti dopo un lungo periodo di chiusura e ristrutturazione con il nuovo nome “La Macchina Del Tempo” il Museo Alfa Romeo di Arese (MI). Il Museo, che si estende su una superficie di 20mila mq, di cui 6.500 mq di percorso espositivo, si colloca in quello che un tempo era il complesso direzionale dello stabilimento, risalente agli anni '70.  


Il progetto di ristrutturazione del sito ha riguardato una vasta area sulla quale sorgevano, oltre al Museo, diverse strutture: l'ex centro direzionale, composto da 3 edifici ad uso uffici; la ex mensa, divenuta oggi una sala polifunzionale; l'officina di riparazione dei mezzi storici dell'Alfa Romeo; un deposito delle auto storiche ed un archivio storico.


Interpellata nel 2013 da FCA, la società di ingegneria integrata EP&S di Torino si è occupata della progettazione strutturale, della progettazione degli impianti meccanici ed elettrici e della progettazione architettonica delle parti commerciali, mentre il progetto architettonico e di allestimento del museo e di tutte le aree ad esso collegate è stato curato dallo Studio Camerana & Partners.


Di seguito riportiamo gli interventi degli ingegneri Giorgio Bo e Massimo Rapetti, di EP&S.
MR: L'obiettivo era quello di realizzare un progetto con un forte contenuto di innovazione, proprio per dare una continuità, anche negli impianti, al valore tecnologico di cui il Museo si doveva caratterizzare. Il progetto architettonico inoltre ci ha necessariamente indirizzato verso scelte precise, la struttura infatti si caratterizza per gli ampi spazi che aprono verso l'esterno attraverso grandi vetrate: questo ha comportato l'impossibilità di occupare le pareti e la conseguente scelta di utilizzare il controsoffitto come elemento importante per la parte impiantistica, di illuminazione e di climatizzazione.

Il soffitto dei due piani è una superficie illuminante diffusa, che non lascia spazio per la collocazione degli impianti se non lungo le strisce fra un pannello luminoso e l'altro. Di conseguenza, poiché anche le altezze dei controsoffitti erano molto limitate, la scelta della trave fredda è risultata obbligatoria. Lo Studio Camerana & Partners, che ha realizzato la progettazione architettonica, voleva dare un input di forte spinta tecnologica, di conseguenza anche le scelte impiantistiche hanno percorso questa direzione e le travi fredde sono state la scelta migliore. Non voleva essere il classico impianto ma qualcosa di molto avanzato, inoltre le travi fredde sono molto silenziose rispetto ad altri sistemi e garantiscono la possibilità di trattare l'ambiente in modo diverso per aree separate, intervenendo con la regolazione locale. I 3 piani dell'edificio sono suddivisi in 6 semipiani da una scala centrale molto scenografica, ciascuno dei semipiani può essere riscaldato o raffrescato indipendentemente dagli altri. 

Nelle aree commerciali, un altro aspetto che ci ha spinto verso la scelta della diffusione dell'aria lungo il perimetro dei locali, è il fatto che in questo modo l'occupazione visiva riguarda solo il perimetro delle vetrate o le pareti laterali esterne, questo rappresenta un vantaggio anche in favore di una maggiore versatilità di allestimento dei due locali commerciali. La scelta dei diffusori lineari inoltre si sposa bene con l'estetica dei corpi illuminanti a LED lunghi e sottili, contribuendo così all'effetto di linee convergenti all'orizzonte che richiamano alla velocità, uno degli elementi concettuali cardine del Museo.

Altro elemento a cui si è data molta importanza è l'aspetto acustico: i ventilconvettori canalizzati, collegati ai diffusori lineari, sono incastonati tra un silenziatore in ripresa e uno in mandata, i flessibili sono del tipo silenziato e i diffusori lineari sono stati scelti tra quelli il cui livello di rumorosità era bassissimo, il risultato è un impianto ultra silenzioso, stiamo parlando di 30/32 dba, che è il limite dell'udibile”.

GB: Abbiamo scelto di installare i diffusori lineari TROX. Questo è un cantiere in cui sono state realizzate opere significative in meno di un anno, abbiamo lavorato infatti da settembre 2014 ad aprile 2015, con una velocità assoluta. Ciò è stato possibile perché sin dall'inizio abbiamo scelto la semplicità, l'affidabilità e la replicabilità come elementi imprescindibili per raggiungere l'obiettivo della consegna in 8 mesi. Una volta ben concepito e realizzato un modulo, questo è replicabile e consente una flessibilità assoluta sul layout. Inoltre, non sapendo all'inizio chi l'avrebbe realizzato (Gianni Benvenuto), abbiamo scelto delle tecnologie universalmente note, affidabili e che rispondessero ai requisiti di flessibilità.

La versatilità dell'impianto è già stata dimostrata da un inaspettato cambio di destinazione d'uso di un piano dell'edificio B, che ospitava la sala riunioni storica di Alfa Romeo e in cui il progetto finale prevedeva l'inserimento di uno spazio catering con annessi uffici dirigenziali di rappresentanza. A 20 giorni dalla consegna questo spazio è diventato per metà una sala stampa e per metà una sala espositiva in cui hanno trovato collocazione un dipinto di Antonello Da Messina, in prestito dal Museo di Arti Antiche di Torino, oltre ad alcune opere del 1400 provenienti della Biblioteca Reale di Torino.

La nuova configurazione e destinazione d'uso degli spazi richiedeva condizioni ambientali precise, l'impianto da noi realizzato ci ha permesso di mantenere la giusta temperatura con il controllo dell'umidità relativa richiesta dalle opere d'arte. Infine, tutte le utenze di impianto sono dotate di un sistema di monitoraggio dei consumi, ciò consente di individuare subito eventuali anomalie, oltre a garantire la massima flessibilità d'uso degli spazi".

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