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Non ci sono differenze tra i vecchi diplomi e i nuovi titoli di cui sono in possesso i ragazzi che si sono diplomati tra giugno e luglio di quest'anno con la nuova istruzione tecnica.
Lo ha precisato l'Ufficio legislativo del Ministero dell'Istruzione che così pone fine, per il momento, alla polemica, imperversata su alcuni organi di stampa, sulla presunta necessità di una laurea almeno triennale per l'accesso all'albo professionale da parte dei diplomati (geometri, periti industriali, periti agrari e agrotecnici) in possesso dell'attestato rilasciato nel quadro del dpr n. 88/2010 di riforma degli istituti tecnici (LEGGI TUTTO).
Il parere del Miur (vedi qui sotto in allegato) afferma l'equipollenza dei nuovi diplomi a quelli del previgente ordinamento (per i geometri il diploma rilasciato dall’ITG, ndr). I diplomati degli Istituti CAT potranno partecipare agli esami di Stato per l’accesso alla professione di geometra secondo le disposizioni normative attualmente vigenti.
IL MIUR CHIEDE PARERE AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SULL'OPPORTUNITÀ DI INTRODURRE L'OBBLIGO DELLA LAUREA TRIENNALE. “Per venire incontro alle esigenze degli ordini e dei collegi professionali e per tutelare il valore e la qualità dell'iscrizione ai relativi albi”, il Ministero dell'Istruzione ritiene opportuno “chiedere uno specifico parere al ministero della Giustizia, quale organo vigilante sui collegi professionali, in merito all'opportunità di prevedere l'obbligo del titolo di studio della laurea (almeno triennale) per l'esercizio delle professioni di geometra, perito industriale, perito agrario e perito agrotecnico”.
“Finalmente – commenta il Presidente del Consiglio nazionale dei Geometri, Maurizio Savoncelli – ora possiamo preoccuparci solo delle migliaia di ragazzi che ambiscono a completare il percorso di formazione e all’accesso all’esame di abilitazione per la professione”.
I PERITI INDUSTRIALI NON CONDIVIDONO IL PARERE DEL MIUR. Secondo il Consiglio nazionale dei periti industriali, invece, il parere del ministero dell'Istruzione è “non condivisibile nella forma e nella sostanza”, in quanto “il presunto chiarimento non contiene elementi giuridicamente risolutivi, tanto che la questione è stata rinviata al ministero della giustizia (peraltro non competente in materia di istruzione tecnica)”.
I periti industriali contestano anche che “il chiarimento sia stato diramato alla conclusione di un incontro allo stesso ministero in cui “casualmente” gli unici assenti sono stati proprio i periti industriali.
Come è noto, infatti, da oltre un anno presso il Miur è attivo un tavolo proprio sulla materia sollecitato soprattutto dai periti industriali, e poi dalle altre tre categorie interessate (periti agrari, geometri e agrotecnici)”.
L'APPUNTO DEL MINISTERO NON CHIARISCE I REQUISITI NECESSARI PER L'ISCRIZIONE ALL'ORDINE. Secondo i periti industriali la nota ministeriale offre “pochissimi spunti di chiarimento, come invece trionfalmente e strumentalmente sottolineano altre professioni, che forse non hanno a cuore l'interesse dei giovani aspiranti alla professione. Se così fosse invece ci si preoccuperebbe di quale preparazione potrà mai garantire una formazione tecnica che ha perso la propria specificità, non solo nella forma (genericamente definita istruzione tecnica) ma anche nella sostanza. Una semplice domanda su tutte: un diplomato nella nuova area “meccanica, meccatronica e energia” a quale specializzazione potrà chiedere l'accesso all'albo dei periti industriali che ancora ne conta 26?”.
Il Miur “sostiene che il dpr 328/01 consente l'accesso all'albo sia con il diploma specifico che con la laurea triennale. Sul punto, varrebbe la pena ricordare che da quel provvedimento sono passati circa 15 anni e una serie di riforme, che hanno modificato il sistema di qualificazione professionalizzante della scuola superiore, da cui consegue che quel diploma specifico, a cui appunto fa riferimento il Dpr 328/2001 non esiste più.
Peraltro, lo stesso Miur ha diffuso una circolare alla fine di luglio, nella quale impegnava i dirigenti degli istituti tecnici ad annotare il diploma finale di istruzione tecnica con il livello di referenziazione Eqf 4°. Questa puntualizzazione – conclude la nota dei periti industriali - dimostra che il sistema della nuova formazione non è più sufficiente ad assicurare da sola le competenze riservate e tipiche riconosciute dall’ordinamento alle professioni ordinistiche, come quella del perito industriale”.

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