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Green economy uguale green jobs. Ma quali e quanti?
Dall'ACEEE (American Council for an Energy-Efficient Economy) una nuova metodologia per valutare l'impatto, diretto ed indiretto, delle politiche orientate all'efficienza energetica sull'occupazione
Giovedì 24 Settembre 2015
Quando si parla di efficienza energetica e di politiche volta ad incentivarla si
pensa ai vantaggi ottenibili sopratutto da un punto di vista ambientale (o di risparmi in bolletta). Ma investire in efficienza significa anche fare delle scelte precise da un punto di vista economico e al centro di qualsasi modello economico c'è il lavoro. Parlare di green economy significa quindi parlare anche di green jobs. Il legame è noto, ma qual è il reale impatto sull'occupazione? In parole semplici, quanti posti di lavoro può creare un'economia incentrata sull'efficienza energetica e di che tipo?
Cerca di dare alcune risposte a queste domande il report 'Verifying Energy Efficiency Job Creation: Current Practices and Recommendations' (IN ALLEGATO) pubblicato dall' American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE) a firma di Casey J. Bell, James Barrett e Matthew McNerney. Gli analisti hanno cercato di analizzare le strategie e le politiche messe in atto, chiaramente in territorio Usa, intrecciando i dati con quelli occupazionali. L'obiettivo è quello di quantificare l'impatto con la maggiore precisione possibile, cercando al contempo di stabilire alcune best-practices per aiutare le persone ad individuare gli ambiti con le potenzialità più inesplorate e di fornire a tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti in programmi, progetti e iniziative green dei modelli per analizzare il quadro economico ad ampio raggio.
La difficoltà nel quantificare risiede nel fatto che l'impatto diretto in termini di occupazione, quello realmente visibile, è soltanto una minima parte di tutto l'indotto creato dal business legato all'efficienza energetica. Il più lo fanno quelle che potremmo definire delle 'reazioni a catena'.
Sebbene il report sia piuttosto dettagliato e pieno di analisi politico-economiche, gli autori hanno anche un'ottima capacità di semplificazione e nella parte introduttiva fanno degli esempi chiari e accessibili a tutti, al fine di divulgare un concetto che, nella sua essenza, in effetti è semplice. Pensiamo a uno degli interventi di riqualificazione energetica incentivati dalle misure statali, come la sostituzione di infissi o di impianti termici. I posti di lavoro 'diretti', creati dai programmi energetici locali o statali, sono quelli ottenuti dai produttori degli impianti e dagli installatori, ma il loro lavoro ha delle ricadute estese nel circolo dell'economia: i soldi che hanno guadagnato verranno sicuramente spesi, provocando ulteriori benefici in altri comparti industriali e i soldi che i proprietari di casa risparmieranno in bolletta grazie agli interventi verranno allo stesso modo investiti in ulteriori settori.
Per sviluppare questa metodologia valutativa, il lavoro dell'ACEEE è stato complesso. Innanzitutto è stato istituito un comitato direttivo composto da finanziatori di progetti e rappresentanti di utilities, enti e uffici statali, regionali e locali responsabili di progetti per l'efficienza energetica. Sono state raccolte informazioni e dati in merito ai programmi, che sono state confrontate attraverso ulteriori indagini, interviste e conversazioni telefoniche. Le incongruenze sono state verificate e corrette.
“Ci auguriamo- riferiscono gli analisti in conclusione- che il nostro approccio possa dare credibilità alle indagini valutative del settore e dati certi sull'enorme potenziale che la green economy ha in termini occupazionnali.”

Cerca di dare alcune risposte a queste domande il report 'Verifying Energy Efficiency Job Creation: Current Practices and Recommendations' (IN ALLEGATO) pubblicato dall' American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE) a firma di Casey J. Bell, James Barrett e Matthew McNerney. Gli analisti hanno cercato di analizzare le strategie e le politiche messe in atto, chiaramente in territorio Usa, intrecciando i dati con quelli occupazionali. L'obiettivo è quello di quantificare l'impatto con la maggiore precisione possibile, cercando al contempo di stabilire alcune best-practices per aiutare le persone ad individuare gli ambiti con le potenzialità più inesplorate e di fornire a tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti in programmi, progetti e iniziative green dei modelli per analizzare il quadro economico ad ampio raggio.
La difficoltà nel quantificare risiede nel fatto che l'impatto diretto in termini di occupazione, quello realmente visibile, è soltanto una minima parte di tutto l'indotto creato dal business legato all'efficienza energetica. Il più lo fanno quelle che potremmo definire delle 'reazioni a catena'.
Le ricadute indirette
Sebbene il report sia piuttosto dettagliato e pieno di analisi politico-economiche, gli autori hanno anche un'ottima capacità di semplificazione e nella parte introduttiva fanno degli esempi chiari e accessibili a tutti, al fine di divulgare un concetto che, nella sua essenza, in effetti è semplice. Pensiamo a uno degli interventi di riqualificazione energetica incentivati dalle misure statali, come la sostituzione di infissi o di impianti termici. I posti di lavoro 'diretti', creati dai programmi energetici locali o statali, sono quelli ottenuti dai produttori degli impianti e dagli installatori, ma il loro lavoro ha delle ricadute estese nel circolo dell'economia: i soldi che hanno guadagnato verranno sicuramente spesi, provocando ulteriori benefici in altri comparti industriali e i soldi che i proprietari di casa risparmieranno in bolletta grazie agli interventi verranno allo stesso modo investiti in ulteriori settori.
Una nuova metodologia valutativa
Per sviluppare questa metodologia valutativa, il lavoro dell'ACEEE è stato complesso. Innanzitutto è stato istituito un comitato direttivo composto da finanziatori di progetti e rappresentanti di utilities, enti e uffici statali, regionali e locali responsabili di progetti per l'efficienza energetica. Sono state raccolte informazioni e dati in merito ai programmi, che sono state confrontate attraverso ulteriori indagini, interviste e conversazioni telefoniche. Le incongruenze sono state verificate e corrette.
“Ci auguriamo- riferiscono gli analisti in conclusione- che il nostro approccio possa dare credibilità alle indagini valutative del settore e dati certi sull'enorme potenziale che la green economy ha in termini occupazionnali.”
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Tags: green jobs,green economy,ACEEE
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