


-
Criteri per la prevenzione e protezione antincendio nei luog...
-
Utilizzo del CSS nei cementifici: indirizzi dalla Regione Lo...
-
Bando Sport e Periferie 2020, incrementate le risorse con al...
-
Superbonus 110%, Anci: sbloccare i fondi per le assunzioni s...
-
Cantieri piccoli comuni, prorogati i termini per l'avvio
-
Milleproroghe 2021: le novità per il settore delle costruzio...
-
Bonus 110%: aggiornate le FAQ ENEA
-
Ecobonus, aggiornato il vademecum ENEA sulle caldaie a bioma...
-
Analisi online dei consumi energetici delle imprese: da Asso...
-
OICE: nel 2020 in aumento del 17% le gare BIM per progettazi...
-
Bando Isi 2020: dal 1° giugno 2021 le imprese possono accede...
-
Il futuro del riscaldamento a legna e pellet: il Libro Bianc...
-
Fatturato dei servizi: nel 4° trimestre 2020 calo contenuto ...
-
Costo dei materiali da costruzione, Artale e Danzi (FINCO) c...
-
Ventilazione meccanica nelle scuole, al via il bando nella r...
-
Superbonus 110%, ecobonus e bonus ristrutturazioni per impre...
-
Il Milleproroghe 2021 è legge. Tutte le misure
-
Liguria: approvate modifiche alla legge urbanistica del 1997
-
Etichette energetiche, dal 1° marzo si cambia. Ma i consumat...
-
Da UNICMI il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio 20...
-
Messa in sicurezza di edifici e territorio: il decreto del m...
-
Covid-19, Corte costituzionale: spetta allo Stato, non alle ...
-
Riconoscimento delle qualifiche professionali in UE: nuova s...
-
Imposta di registro e imposte ipotecarie e catastali: la ris...
In un mondo che sta evolvendo sempre più in una logica multitasking, l'architetto sembra avere qualche difficoltà a stare al passo. Perlomeno, questa è l'idea che hanno i committenti, che accusano i professionisti di non essere in grado (o meglio, di non volere) di seguire un progetto dall'inizio alla fine, ovvero dalla prima fase concettuale di progettazione a quella finale di messa in esercizio.
L'evidenza emerge da uno studio- i cui risultati verranno resi noti nella loro completezza a fine mese, condotto da RIBA (Royal Institute of British Architects), che è il risultato di un progetto di due anni guidato dal presidente uscente Stephen Hodder e che ha coinvolto un centinaio di clienti provenienti da settori diversi in interviste one-to-one e tavole rotonde.
Architetti tecnici vs architetti concettuali
Le conclusioni a cui il rapporto “Client & Architect: Developing the essential relationship” arriva è che c'è una generale insoddisfazione da parte dei clienti, sopratutto degli appaltatori, nei confronti degli architetti, che hanno delle competenze ritenute 'a compartimento stagno'. Da un lato ci sono quelli 'concettuali' che si interessano solo dell'ideazione del progetto e dall'altro quelli 'tecnici', che seguono invece la parte- non meno importante- legata alla messa in opera e al funzionamento del sistema-edificio. Una rigidità ritenuta negativa anche da un punto di vista di esborso economico, perché, come si legge nel report, i committenti, dopo aver pagato (profumatamente) l'architetto affidatario del progetto, sono costretti ad affidarsi ad altri esperti per la verifica di tutti gli aspetti tecnici in fase operativa.
Da cosa dipende questa mancanza di competenze tecniche?
Le motivazioni di questo spartiacque nel panorama della progettazione sono molteplici. E vanno da uno 'snobbismo' che in molti casi caratterizza la professione dell'architetto, che ritiene non di sua competenza l'essere costretto a 'sporcarsi le mani' con aspetti tecnici ed ingegneristici. Ad un timore di verificare che, nel passaggio alla pratica, molte idee teoriche possono risultare fallimentari. “Per molti professionisti è un rischio inaccettabile- ha commentato Sean Cook, design director della società di promozione immobiliare Clivedale London- quello di rendersi conto che l'estro creativo non abbia nessuna rispondenza in termini di efficienza ed esattezza.”
E infine, ad una mancanza effettiva di competenze. Dettata sia da una formazione accademica carente sia- e questo è un circolo vizioso- da una carenza di esperienza sul campo. “Non credo che un architetto- commenta polemicamente Andrew Barraclough, direttore del colosso delle costruzioni Wates- possa lavorare in modo efficace se non vede il suo lavoro ultimato. Come può imparare dagli errori commessi?”
Sul fronte invece della formazione, secondo Stuart Lipton, uno degli sviluppatori immobiliari britannici con la maggiore esperienza, sarebbe necessaria una revisione del corso di laurea in Archiettura. Che a suo avviso è eccessivamente improntato sugli aspetti teorici e poco su quelli pratici e tecnici, indispensabili per occuparsi di costruzioni.
Cogliere le opportunità per rivalutare la professionalità

L'Editore non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori contenuti negli articoli né per i commenti inviati dai lettori.