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Cantieri edili, salta l'obbligo della tessera di riconoscimento

Un decreto attuativo del Jobs Act ammorbidisce le sanzioni sul lavoro nero: non più sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione ma invito a sanare l’illecito

venerdì 12 giugno 2015 - Redazione Build News

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Eliminazione, nell’ambito dei cantieri edili, dell’obbligo di munire il personale occupato di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.

La novità è contenuta nel decreto legislativo recante disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese, approvato ieri in esame preliminare dal Consiglio dei ministri, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183 (Jobs Act). 

IL COMMENTO DI FILLEA CGIL. “Ora si toglie anche l’obbligo del tesserino di riconoscimento nei cantieri. Non è sicuramente solo il tesserino che tiene lontane irregolarità e illegalità dai cantiere, ma certamente aiuta. Queste scelte, insieme a quella contenuta nel decreto Poletti che ha depotenziato il Durc (documento unico di regolarità contributiva), faranno stappare molte bottiglie di spumante ai titolari di imprese edili irregolari e illegali”, commenta Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil.

LAVORO NERO, MODIFICATO IL PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE DELL'ATTIVITÀ. Sempre in materia di revisione delle sanzioni in materia di lavoro, il decreto modifica la c.d. maxisanzione per il lavoro “nero”, con l’introduzione degli importi sanzionatori “per fasce”, anziché legati alla singola giornata di lavoro irregolare, e la reintroduzione della procedura di diffida, che consente la regolarizzazione delle violazioni accertate. La regolarizzazione è subordinata al mantenimento al lavoro del personale “in nero” per un determinato periodo di tempo.

Inoltre, viene modificato il cosiddetto provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, favorendo una “immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita, valorizzando gli istituti di tipo premiale”.

“Un provvedimento sulla semplificazione scritto sotto dettatura delle associazioni imprenditoriali” è il giudizio Schiavella sul contenuto dei decreti attuativi emanati dal CdM, in particolare sul tema della lotta alla irregolarità ed illegalità, che nei cantieri edili è una “assoluta emergenza, cui il governo risponde con una ulteriore spinta deregolativa. La chiama semplificazione, ma è un vero e proprio scacco alla regolarità del lavoro. Per chi viene scoperto con dipendenti in nero non c'è più la sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione ma l’invito a sanare l’illecito” spiega Schiavella “ed in un paese dove le aziende edili subiscono in media una ispezione ogni 15 anni, eliminare anche il deterrente della sospensione dell’attività è un chiaro incentivo all’utilizzo del lavoro nero e irregolare.”

Per Schiavella “se si volesse davvero semplificare, andrebbe invece garantita un inversamente proporzionale esigibilità e congruità delle sanzioni, ad esempio introducendo il concetto di lavoro nero come reato analogo a quello estorsivo” e invece “si mette insieme presunta semplificazione a indebolimento di controlli e sanzioni. Né l'edilizia né il paese, come dimostrano le cronache di questi giorni, ne hanno bisogno. Per quel che ci riguarda continueremo ad opporci con ogni mezzo a questa deriva”.

SEMPLIFICAZIONI IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO. Il decreto contiene anche tutta una serie di semplificazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Per esempio, la trasmissione all’Inail del certificato di infortunio e di malattia professionale esclusivamente per via telematica, con conseguente esonero per il datore di lavoro; la trasmissione all’autorità di pubblica sicurezza delle informazioni relative alle denunce di infortunio mortali o con prognosi superiore a trenta giorni a carico dell’Inail, esonerando il datore di lavoro; l’abolizione dell’obbligo di tenuta del registro infortuni, anticipando la soppressione dell’obbligo, connessa, nelle intenzioni del legislatore, alla emanazione del decreto interministeriale istitutivo del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP); la messa a disposizione al datore di lavoro, da parte dell’Inail, anche in collaborazione con le aziende sanitarie locali per il tramite del Coordinamento Tecnico delle Regioni, di strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio; lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di primo soccorso, nonché di prevenzione degli incendi e di evacuazione, anche nelle imprese o unità produttive che superano i cinque lavoratori.

È prevista anche la revisione della composizione del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di semplificare e snellire le procedure di designazione dei membri; nonché la riduzione dei componenti della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, l’introduzione di una nuova procedura di ricostituzione della Commissione e un aggiornamento delle funzioni ad essa istituzionalmente attribuite.

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